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Milano
Sea, ecco che cosa cambia. Lo scenario dopo il ribaltone
Armando Brunini

di Fabio Massa

Che cosa cambia in Sea dopo la scelta di Armando Brunini come amministratore delegato? Quale è l'assetto? E che cosa significa che nei prossimi giorni - l'iter è prettamente burocratico ma la strategia già ben definita - verranno soppresse le posizioni di Giulio De Metrio e di Luciano Carbone?

UN PASSO INDIETRO - Sea è una delle due partite più importanti del 2019, a livello di partecipate, per il Comune di Milano. L'altra è MM Spa, la multiutility spina dorsale delle politiche cittadine. I due presidenti in scadenza sono Davide Corritore per MM SPA e Pietro Modiano per Sea, che però ha dato anticipatamente le sue dimissioni. E che aveva informato, in tempi non sospetti, di voler diminuire di molto il suo carico di lavoro dopo aver preso il grosso peso della presidenza di Carige. Da là, la necessità di provvedere subito al cambio di modello di governance, con l'istituzione di un direttore generale o di un amministratore delegato. A stilare la lista dei papabili è stato l'head hunter Francesco Gavazzi, che contestualmente si è dimesso dal comitato dei saggi del Comune di Milano. Gavazzi ha presentato quattro nomi, di cui due ampiamente scontati: Giulio De Metrio, coo di Sea (dunque, un interno); Armando Brunini ad dell'aeroporto di Napoli; Monica Scarpa degli aeroporti di Venezia, che già selezionò per Fiera Milano; Frances Ousley, manager con lunga esperienza nella gestione dei vettori. In un primo tempo si pensava che De Metrio e Brunini si sarebbero elisi a vicenda, essendo espressione il primo della continuità interna di marca comunale, e il secondo del socio di minoranza F2i, con il quale Palazzo Marino e la struttura stessa di Sea hanno avuto non poco da discutere negli ultimi anni. Questo non è accaduto. Il sindaco (perché è il sindaco ad avere l'ultima parola), ha proceduto a selezionare Brunini, che dunque sarà comunque forte espressione di F2i.

LA SITUAZIONE ATTUALE - L'arrivo di Brunini segnerà necessariamente una cesura netta nei confronti del passato recente di Sea. Che sia uomo vicino a Renato Ravanelli, ex dg di A2A e oggi ad di F2i, non è in discussione. "Sea deve fare un salto di qualità, occorre un manager con grande credibilità capace di fare un ragionamento sul futuro, serve un manager capace di dialogare con i due azionisti", spiegava Ravanelli a Manuel Follis di MF a metà ottobre. Brunini, appunto. Diceva poi Ravanelli: "In Lombardia l'aggregazione Sea-Sacbo avrebbe molto senso dal punto di vista industriale". Del resto, che il dossier vada ripreso è indubbio. Ma c'è da sciogliere un nodo di fondo per il quale Brunini dovrà attendere almeno fino alla prossima primavera: che cosa vuol fare il Comune di Milano. Davvero vuole l'aggregazione con Orio al Serio? Vuole quotarsi in Borsa come già nel 2011 aveva in mente Giuseppe Bonomi, oggi ad di Arexpo? Vuole andare avanti, considerata la buona salute dell'azienda, a ricevere cospicui dividendi con cui finanziare gli investimenti sulla città?

IL PASSO AVANTI - Per rispondere a queste domande, è evidente, ci vuole un presidente. Attualmente è Michaela Castelli, dopo il passo indietro di Pietro Modiano. La Castelli, manager serissima, alle prese con la difficile Acea, sarà - secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it Milano - l'unica riconfermata dell'intero cda, dal punto di vista del Comune. Rimarrà a essere filo d'unione con piazza Scala, considerata la bravura e l'esperienza. Il presidente, considerato che l'ad è di chiara marca F2i, dovrà poi essere un uomo di assoluta fiducia di Beppe Sala. Un uomo del Comune, insomma, che sappia interpretare il ruolo di garanzia e di indirizzo. Cercando di capire se la migliore strategia per la città passa dall'aggregazione di Orio (ma Bergamo sarà d'accordo?) o dalla quotazione in Borsa.

fabio.massa@affaritaliani.it

 

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