Bitonci a Direzione Nord-Est 2025: "Gli incentivi devono essere strutturali. Basta bonus a pioggia" - Affaritaliani.it

Milano

Ultimo aggiornamento: 15:57

Bitonci a Direzione Nord-Est 2025: "Gli incentivi devono essere strutturali. Basta bonus a pioggia"

A margine del panel “Export e Made in Italy: quali sfide per le imprese del Nord Est” il deputato della Lega e membro del Governo ha risposto alle domande della stampa.

di Giorgio d'Enrico

Massimo Bitonci a Direzione Nord-Est 2025: "Gli incentivi devono essere strutturali. Basta bonus a pioggia"

Si è tenuta a Padova il 20 ottobre 2025 prima edizione di Direzione Nord-Est, l’evento promosso dalla Fondazione Stelline in collaborazione con SEC Newgate Italia. L’iniziativa ha riunito oltre cinquanta relatori tra ministri, sottosegretari, europarlamentari, assessori regionali e comunali, oltre a rappresentanti di associazioni di categoria, sindacati, aziende e mondo accademico.

Tra i tanti temi affrontati, ampio spazio è stato riservato al Made in Italy con il panel dal titolo “Export e Made in Italy: quali sfide per le imprese del Nord-Est”. L’incontro ha visto la partecipazione di Massimo Bitonci, sottosegretario di Stato al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che ha offerto una riflessione sulle opportunità e sulle prospettive del tessuto produttivo del territorio nel contesto globale.

"Importante il focus sul triangolo economico Padova-Vicenza-Treviso"

«Il Nordest è il motore pulsante dell’economia a livello nazionale», afferma Massimo Bitonci, sottolineando il ruolo trainante dell’area padovana, vicentina e trevigiana. «Il triangolo produttivo, industriale, economico del Nordest è il triangolo padovano, vicentino e trevisano: questa è la realtà conosciuta da tutti». Il deputato evidenzia come proprio da questi territori parta la spinta all’innovazione e alla crescita che sostiene l’intero Paese e che, per questo, il focus sul Nordest «è estremamente importante».

“Basta bonus a pioggia. Sì ad incentivi strutturali”

Bitonci insiste sulla necessità di una visione di lungo periodo per la politica industriale e sottolinea che le imprese «non chiedono neppure nuovi incentivi, meglio se ci sono, ma chiedono innanzitutto meno burocrazia e politiche economiche certe che guardino al futuro». Il parlamentare richiama il lavoro svolto sul disegno di legge delega per la riforma degli incentivi: «Gli incentivi devono essere strutturali, quindi basta bonus a pioggia». I bonus temporanei, spiega, «hanno sempre una visione ristretta di breve termine, durano un anno», mentre «l’obiettivo deve essere decennale». La prospettiva, per Bitonci, è investire «su startup innovative, incubatori e sviluppo del territorio», ponendo fine alla logica dei contributi frammentari.

"I dazi? Aumentano costi e inflazione: colpiscono più il Paese che li fa"

Sui dazi imposti dagli Stati Uniti, Bitonci mostra cautela ma anche ottimismo. «Sono limitatamente preoccupato», spiega, «perché le esportazioni verso gli Stati Uniti sono solo il 10% del totale e i nostri imprenditori stanno già guardando verso altri mercati». Molti prodotti italiani, aggiunge, non risentiranno dei dazi: «Un forno speciale made in Italy o una bottiglia di Amarone, se l’americano la vuole, la compra comunque». Secondo Bitonci, «i dazi colpiscono i prodotti a bassa marginalità, non quelli di alta gamma». Ma la critica principale riguarda l’effetto macroeconomico: «I dazi colpiscono soprattutto il Paese che li fa, perché portano un aumento dei costi interni e dell’inflazione». L’aumento dei tassi conseguente «rallenta l’economia e dopo pochi mesi si torna indietro». E ammonisce: «Il reshoring non si ottiene in un anno, servono dieci anni: così non si raggiunge alcun risultato».

"Le garanzie pubbliche sono fondamentali per le imprese"

Bitonci rivendica la solidità del sistema delle garanzie pubbliche per le imprese. «Il tasso di default è praticamente in linea con quello del 2019», afferma, smentendo le voci su rischi per i conti pubblici. «Stanno rientrando in maniera assolutamente normale anche i prestiti Covid». Il Fondo di garanzia, ricorda, «è fondamentale per le politiche di liquidità delle imprese: un’impresa non riesce ad andare in banca senza garanzie pubbliche». In collaborazione con il ministro Giorgetti, spiega, si lavora a un decreto interministeriale «per colpire solo l’abuso del fondo, non limitarne l’utilizzo». L’obiettivo è preservare uno strumento ritenuto essenziale per sostenere la competitività delle PMI, senza distorsioni o sprechi, ma garantendo un accesso al credito stabile e trasparente.

"Forse Popolare di Vicenza e Veneto Banca si sarebbero potute salvare"

Infine, Bitonci torna sul tema delle banche venete, vicenda che «è stata affrettata in questi anni». «Molte banche sono nate in Veneto dal credito cooperativo e dalla cooperazione», ricorda. È critico sul mancato salvataggio di Popolare di Vicenza e Veneto Banca: «Forse in passato si poteva tentare di salvarle, come è stato fatto per altre banche. È successo a Siena, non è successo a Montebelluna». Rivendica però l’impegno successivo del governo: «Abbiamo fatto una politica di ristoro con il Fondo Indennizzo Risparmiatori, 1 miliardo e mezzo quasi totalmente erogato: è l’unico caso al mondo di indennizzo a risparmiatori di banche». Aggiunge che «in Germania non c’è stato ristoro, lo Stato è intervenuto solo sulle banche». In Italia, invece, «c’è la garanzia statale fino a 100 mila euro per ogni risparmiatore: lo Stato c’è».

LEGGI TUTTE LE NOTIZIE DELLA SEZIONE MILANO








A2A