Stadio San Siro, De Chirico (FI): "Milano paralizzata dal centrosinistra. Il Meazza? C'è già un progetto per salvarlo" - Affaritaliani.it

Milano

Ultimo aggiornamento: 20:07

Stadio San Siro, De Chirico (FI): "Milano paralizzata dal centrosinistra. Il Meazza? C'è già un progetto per salvarlo"

Il consigliere FI attacca Sala su urbanistica e stadio: "Per sei anni hanno perso tempo, il Meazza si può riqualificare subito. Ora tocca ai milanesi cambiare rotta"

di Matteo Respinti

In un’intervista ad Affaritaliani.it Milano, Alessandro De Chirico (FI) accusa il centrosinistra di aver bloccato lo sviluppo urbanistico e perso anni sul futuro di San Siro. Rivendica il “Salva Milano” come proposta di Forza Italia e rilancia un progetto di riqualificazione del Meazza. Per il consigliere, è tempo di dare la parola ai cittadini e di puntare su progetti concreti, trasparenza e nuova visione politica. Sul PD: «Ha cambiato idea e ora scarica le responsabilità sugli altri».

Stadio San Siro, De Chirico (FI): "Milano paralizzata dal centrosinistra. Il Meazza? C'è già un progetto per salvarlo"

Il centrosinistra governa da quattordici anni: le regole urbanistiche che hanno prodotto questo disastro le hanno scritte loro”, attacca Alessandro De Chirico, consigliere comunale di Forza Italia. Mentre la maggioranza fatica a ricompattarsi, De Chirico risponde a Giulia Pastorella, che aveva parlato di “un errore nel buttare via tutto”: “La verità è che per sei anni hanno perso tempo. E ora vogliono scaricare la responsabilità su altri”. Sul Salva Milano, rivendica: “Siamo stati noi a portarlo in Parlamento. Il PD, invece, ha cambiato idea in corsa, facendo naufragare il testo al Senato”. E sullo stadio rilancia: “C’è un progetto serio per riqualificare il Meazza. Basta prenderlo, discuterlo e partire con i lavori”. L'intervista di Affaritaliani.it Milano. 

Consigliere De Chirico, qual è oggi la posizione di Forza Italia sulla vendita dello stadio?

«La delibera non l’abbiamo ancora vista. Forza Italia è rimasta critica, come già nei mesi scorsi. Io avevo detto che solo dei pazzi incoscienti sarebbero andati avanti, tanto che la discussione fu posticipata proprio a settembre. Vedremo cosa succederà alla ripresa dei lavori. Se nel frattempo dovessero emergere nuove intercettazioni, messaggi o rivelazioni, sarebbe difficile portare avanti il progetto».

Ma da parte vostra c’è una preclusione totale sul progetto di vendita?

«Sì, la pregiudiziale c’è. Assolutamente. E riguarda sia il destino del Meazza sia quello della città. Il voto sarebbe la vera occasione per dare voce ai milanesi e permettere loro di cambiare un sistema che si sta rivelando per quello che è: una città governata da pochi, dove le decisioni le prendevano le archistar e la Commissione Paesaggistica, e l’assessore eseguiva. Forse è il momento di tornare al voto».

Quindi ritiene che lo stadio possa rivelarsi l’ultimo banco di prova per la giunta Sala?

«Per me lo è già. Per quanto mi riguarda, sia che si decida di costruire un nuovo impianto sia che si voglia riqualificare l’attuale, ciò che conta è come si lavora attorno allo stadio. Le aree di CityLife, Porta Nuova, Cascina Merlata, quelle che oggi tutti ammirano, sono state pensate e realizzate da amministrazioni di centrodestra, Forza Italia in testa, non dal centrosinistra. Ma all’epoca non ci fu nessun indagato. Il sindaco Albertini, giustamente, lo rivendica ancora oggi: ci fu una collaborazione costante con la Procura per garantire legalità e trasparenza. Cosa che oggi non vediamo più».

A proposito di San Siro, Giulia Pastorella, intervistata da Affari Italiani, ha detto che “sarebbe uno schiaffo buttare via tutto”. È d’accordo?

«Non si tratta di buttare via tutto, ma di dire la verità: per sei anni la maggioranza ha perso tempo. Hanno aspettato che finisse il primo mandato di Sala senza decidere nulla, in campagna elettorale non hanno nemmeno parlato dello stadio. Dopo la rielezione, hanno avviato un dibattito pubblico inutile, che è costato centinaia di migliaia di euro e non ha portato a nulla. Le squadre non hanno mai voluto prendere in considerazione aree alternative all’interno del Comune. Intanto noi, come Forza Italia, abbiamo fatto la nostra parte: nel gennaio 2024 ho presentato in commissione un progetto di riqualificazione del Meazza. È stato redatto dai professionisti di Arco Associati. Il progetto è lì: basta prenderlo, discuterlo e far partire i lavori».

In caso di cambio di amministrazione, quel progetto potrebbe diventare la base per un nuovo corso?

«Lo deve diventare. È un’eredità per la città. Chi arriverà dopo — e noi speriamo che sia il centrodestra — potrà prenderlo in mano e decidere: chi ci sta, bene. Chi non ci sta, che vada a giocare altrove. Lo dico anche da tifoso del Milan: vedere la squadra giocare a San Donato sarebbe uno smacco per tutti noi. Ma, secondo me è solo un bluff. Se davvero Milan e Inter avessero avuto la forza economica per costruire un impianto di proprietà, lo avrebbero già fatto. Sarebbe bastato che il Comune si fosse comportato da proprietario: “questo è lo stadio, noi lo ristrutturiamo, se vi va restate, altrimenti cercate un’altra area”. Invece Sala si è comportato da affittuario. È un pessimo manager. Che le squadre non abbiano la forza di fare altrimenti si vede da un fatto banale: a Madrid, Londra, Berlino, Barcellona, ogni squadra ha il suo impianto. Qui no. Questo rende evidente che non hanno risorse per fare di testa propria. Stanno solo cincischiando da anni e il comune lo permette».

Veniamo al “Salva Milano”. Giulia Pastorella ha rilanciato il tema, ma ha anche detto che Forza Italia, e il centro destra in generale, hanno fatto un passo indietro accodandosi al PD. Come risponde?

«Forza Italia non ha mai cambiato posizione sul Salva Milano. Siamo stati noi a portare il provvedimento in Parlamento e a sostenerlo fino in fondo. Il Partito Democratico, invece, ha cambiato idea in corsa: alla Camera aveva votato a favore, ma al Senato ha fatto mancare i numeri, facendo di fatto naufragare il testo. È bene ricordarlo, al contrario di quanto affermato da Giulia Pastorella. A complicare ulteriormente il quadro c'è stato anche il dietrofront di Fratelli d’Italia, che inizialmente aveva sostenuto il decreto, salvo poi ritirarsi per non offrire un assist politico alla giunta Sala. Noi, invece, siamo sempre rimasti coerenti: continuiamo a ritenere il Salva Milano uno strumento necessario per tutelare migliaia di famiglie bloccate e per affrontare con serietà lo stallo urbanistico che sta paralizzando Milano»

Quindi se si rilanciasse l’iter legislativo, Forza Italia sarebbe pronta a sostenerlo?

«Assolutamente sì. A livello locale e parlamentare. È un nostro provvedimento, e lo abbiamo difeso dall’inizio. Se il PD vorrà tornare a votarlo, noi ci saremo. Ma non siamo interessati ad assist politici: il Partito Democratico ha già perso la faccia. Prima ha cambiato idea sul decreto, ora tiene in piedi un’amministrazione che non ha più credibilità. Questa giunta è al capolinea. E le colpe sono tutte loro: governano da quattordici anni, e sono loro ad aver scritto le regole urbanistiche che oggi ci hanno portato a questa situazione».

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