Sulla soglia della storia: il ritorno alla luce della Sacrestia Capitolare del Duomo di Milano - Affaritaliani.it

Milano

Ultimo aggiornamento: 15:56

Sulla soglia della storia: il ritorno alla luce della Sacrestia Capitolare del Duomo di Milano

Dal 15 al 29 novembre il cantiere sarà visitabile – eccezionalmente – con i restauratori come guide

di Alessandro Pedrini

Sulla soglia della storia: il ritorno alla luce della Sacrestia Capitolare del Duomo di Milano

Entrare nella Sacrestia Capitolare del Duomo di Milano oggi significa affacciarsi su uno dei cantieri più affascinanti della città. Non un semplice restauro, ma un percorso di riscoperta che riapre un capitolo fondativo della Cattedrale e, con esso, una pagina preziosa della storia artistica lombarda. Dopo il recupero della Sacrestia Settentrionale nel 2021, la Veneranda Fabbrica del Duomo ha concentrato le proprie energie sulla “gemella” meridionale, destinata da secoli all’Arcivescovo e al Capitolo Metropolitano.

 

Un luogo di funzione liturgica, certo, ma soprattutto un dispositivo simbolico: la stanza dove la storia sacra e quella civile di Milano hanno dialogato per generazioni. Il cantiere, che si completerà nel 2026, è diventato un laboratorio vivo, in cui restauratori, storici dell’arte, ingegneri e maestranze hanno riportato alla luce opere che per secoli erano rimaste celate sotto patine, ossidazioni, calcare, interventi successivi e strati di tempo. Il risultato è sorprendente: una stratigrafia complessa, fatta di marmi, pigmenti, dorature, scritture iconografiche e simboliche che tornano finalmente leggibili.

Il portale trecentesco: un libro scolpito che ritrova la sua voce

È il portale d’ingresso realizzato da Hans von Fernach a fine Trecento il primo, clamoroso protagonista di questo ritorno alla luce. Per decenni la sua straordinaria complessità era rimasta offuscata da incrostazioni e annerimenti. L’intervento della ditta Aconerre ha usato la tecnica – quasi chirurgica – del gel di agar-agar per rimuovere depositi stratificati e recuperare policromie e dorature originarie. Oggi, osservando da vicino le scene della vita della Vergine e dell’infanzia di Cristo, si comprende quanto la scultura gotica del Duomo fosse, già nel XIV secolo, un linguaggio sofisticato, intessuto di rimandi teologici, politici e filosofici. Le lumeggiature dorate, le bordure finissime dei tessuti, i motivi decorativi, le scelte cromatiche rimandano ai grandi ateliers franco-tedeschi dell’epoca e agli smalti “en ronde bosse”, allora in voga presso la corte viscontea. Non meno sorprendente è l’identificazione – resa oggi possibile dalla pulitura – dei personaggi contemporanei raffigurati ai piedi della Madonna della Misericordia: Papa Bonifacio IX, il vescovo Antonio da Saluzzo, i funzionari legati alla corte di Gian Galeazzo Visconti e, probabilmente, Valentina Visconti stessa. Una scena che, oltre alla devozione, testimonia una chiara intenzione politica: celebrare la Milano viscontea nel suo momento di massimo splendore dinastico.

Il lavabo di Giovannino de’ Grassi: la miniatura che diventa scultura

Se il portale è una narrazione scolpita, il lavabo trecentesco di Giovannino de’ Grassi è una miniatura che prende corpo nel marmo. Qui il restauro di Lucchini Restauri, ancora in fase conclusiva, ha rivelato delicate cromie, motivi finissimi, dettagli quasi impercettibili. Un’opera che riafferma la genialità di uno dei maggiori artisti lombardi del tempo, capace di coniugare la linea gotica internazionale con un raffinatissimo gusto ornamentale.

Le volte ottocentesche: un restauro che è anche filologia

Il lavoro sulle volte non è stato meno complesso. Le decorazioni ottocentesche – spesso considerate secondarie rispetto al prestigio del nucleo trecentesco – sono state recuperate con un intervento rispettoso e calibrato. Eliminare l’incredibile strato di Paraloid applicato negli anni ’70, spesso di 2–3 millimetri, è stato un intervento da laboratorio chimico. Oggi i busti dei santi dipinti da Gustavo Noyer, le architetture finte, la chiave di volta con il Tetramorfo tornano a dialogare con le sculture medievali, in un equilibrio filologico che rispetta tutte le stratificazioni storiche dell’ambiente.

Una visita unica: il cantiere che si apre alla città

Per tre fine settimana, dal 15 al 29 novembre 2025, la Sacrestia Capitolare sarà visitabile – eccezionalmente – con i restauratori come guide. Non una semplice visita, dunque, ma un attraversamento tecnico ed emozionale della “pelle” del Duomo, della sua materia viva, delle sue ferite e rinascite. Il percorso sarà accompagnato da un podcast speciale della serie “Il Duomo racconta”, che presenterà scoperte, curiosità e retroscena direttamente dalle voci di chi ha lavorato sul campo. In un momento in cui Milano guarda al proprio patrimonio come leva culturale e identitaria, il restauro della Sacrestia Capitolare è un gesto che ricolloca il Duomo al centro della storia europea della conservazione, oltre che della fede e dell’arte. La Veneranda Fabbrica, come ricorda Mons. Gianantonio Borgonovo, non restituisce solo marmi, affreschi e legni: riconsegna un senso. Un luogo in cui l’arte gotica si fonde con la narrazione cristiana, la politica viscontea e il sapere delle botteghe medievali, in una storia che continua a parlarci. Una storia che, ora, possiamo tornare a vedere.

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