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Milano
Test sierologici, Fontana: "Diasorin, io non sono parte attiva"
(fonte Lapresse)

Test sierologici: Tar, contratto San Matteo Pavia-DiaSorin bocciato. Alterata la concorrenza

Con la sentenza 1006/2020 il Tar della Lombardia ha accolto il ricorso proposto dalla Technogenetics, la concorrente della casa farmaceutica DiaSorin che aveva stipulato un contratto con il San Matteo di Pavia e la Regione per la creazione di test sierologici certificati. La sentenza e' stata resa nota stamattina. Il Tar nel merito ha annullato gli atti amministrativi formati dalla Fondazione San Matteo di Pavia ed il conseguente contratto stipulato con la DiaSorin.

I giudici amministrativi hanno rilevato l'alterazione della concorrenza poiche' "mediante l'accordo, il Policlinico ha consentito ad un particolare operatore economico, scelto senza il rispetto di alcuna procedura ad evidenza pubblica, ancorche' non tipizzata, di conseguire un nuovo prodotto, che rimane nell'esclusiva disponibilita' e commerciabilita' dell'operatore stesso". Il Tar ha quindi disposto la trasmissione degli atti alla Procura della Corte dei Conti poiche' "la Fondazione San Matteo ha impegnato risorse pubbliche, materiali ed immateriali, con modalita' illegittime, sottraendole, in parte qua, alla loro destinazione indisponibile". Inoltre la Fondazione I.R.C.C.S. Policlinico San Matteo e Diasorin spa, sono state condannate in solido tra loro e in parti uguali, al pagamento delle spese di lite, liquidandole in euro 10 mila).

Tra l'ospedale e la multinazionale farmaceutica era stato siglato un contratto che prevedeva che l'azienda versasse al San Matteo una royalty dell'1% per i test venduti nel mondo (esclusa la Lombardia) con l'impegno da parte del Policlinico di usare le risorse per la ricerca. Secondo i giudici amministrativi questo tipo di contratto pero' sarebbe "inefficace". Oltre alla questione amministrativa la societa' concorrente, la TechniGenetics di Lodi, ha anche presentato un esposto in procura, per la valutazione dei profili penali.

Diasorin ha acquisito "un illegittimo vantaggio competitivo rispetto agli altri operatori del medesimo settore, perche' ha potuto contare in modo esclusivo sul determinante apporto di mezzi, strutture, laboratori e professionalita', tecnologie e conoscenze scientifiche messe a esclusiva sua disposizione della Fondazione" che sta alla base del Policlilnico San Matteo di Pavia. Lo scrivono i giudici amministrativi del Tar lombardo che, con la sentenza resa nota stamattina, hanno annullato il contratto tra l'ospedale e la multinazionale farmaceutica, con l'appoggio della Regione, per la realizzazione dei test sierologici.  In pratica, secondo i giudici, l'azienda avrebbe giovato dell'uso della struttura pavese, che e' pubblica, e in questo modo avrebbe acquisito una posizione diseguale nei confronti della concorrenza. "Una volta creati i nuovi prodotti e conseguita la certificazione CE il vantaggio competitivo di Diasorin si e' consolidato quando la societa' e' stata in grado di brevettare, produrre e immettere sul mercato prodotti innovativi realizzati grazie al determinante intervento della fondazione pubblica". "L'alterazione della concorrenza" si era gia' verificata, comunque, nel momento in cui la sperimentazione e' cominciata, perche' l'azienda "rispetto agli altri operatori del mercato in cui opera, ha usato risorse scientifiche e materiali proprie del soggetto pubblico", in particolare "conoscenze, mezzi ed esperienze he non sono accessibili a chiunque, con conseguente determinazione di un illegittimo vantaggio competitivo".

Fontana: "Non sono parte attiva, va chiesto al San Matteo"

"Io non sono parte attiva nella faccenda, bisogna chiedere al San Matteo. Io so per certo che il San Matteo fara' ricorso al Consiglio di Stato, come e' legittimo fare nel caso in cui non si ritenga che la decisione sia corretta". Cosi' il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana ha commentato ai microfoni del Tgr la decisione del Tar di annullare l'accordo tra il Policlinico San Matteo di Pavia e Diasorin sui test sierologici.

Test sierologici, DiaSorin: "Faremo ricorso al Consiglio di Stato"

"Faremo ricorso al Consiglio di Stato e chiederemo la sospensiva immediata" di questa sentenza. A dirlo e' Alessandro Venturi, il presidente dell'ospedale e istituto di ricerca San Matteo di Pavia, raggiunto al telefono dall'AGI. Il manager ha commentato cosi' la sentenza del Tar che annulla l'accordo tra l'ente e la casa farmaceutica Diasorin per la realizzazione di un test sierologico che individuasse gli anticorpi sviluppati dopo l'infezione da Sars-Cov2. "Il San Matteo di Pavia non ha scelto nessuno, ma e' stato scelto dalla multinazionale per la validazione del suo kit", precisa Venturi. Che ricorda: "Questo avviene sempre nel processo industriale dei farmaci. Si tratta infatti di un'attivita' ordinaria di collaborazione scientifica, in cui l'azienda sceglie un ente per testare il suo prodotto, sulla base del know-how e del mix di pazienti di quella struttura; a questo corrisponde sempre un pagamento". Secondo il manager, non si tratta dunque di "un contratto" e "non e' adatto parlare di concorrenza, in quanto in quel momento non esisteva un mercato dei test". Il San Matteo dunque "non ha ceduto nulla di suo, perche' la proprieta' di quel test era e sarebbe rimasta" di Diasorin.

DiaSorin ha accolto "con sorpresa" la pronuncia del Tar della Lombardia che ha annullato il contratto con il San Matteo sui test sierologici. Il Tar, commenta la societa' "evidentemente, non ha correttamente interpretato la natura dell'accordo intercorso con il San Matteo. La Societa' ribadisce di avere sempre operato nell'ambito della correttezza e del pieno rispetto delle regole e di aver gia' dato ai propri legali mandato di proporre immediatamente appello avanti il Consiglio di Stato. DiaSorin continuera' a difendere la propria immagine nel rispetto dello straordinario impegno e della dedizione di tutti coloro che ogni giorno lavorano per garantire la disponibilita' di prodotti sempre innovativi a tutela della salute.

Technogenetics: "La sentenza parla da sé"

La Technogenetics "guarda con favore" alla sentenza del Tar della Lombardia relativa all'accordo tra il Policlinico San Matteo di Pavia e la Diasorin sui test sierologici. L'Amministratore Delegato di Technogenetics, Salvatore Cincotti, commenta in una nota: "La sentenza parla da se'. Ci riteniamo soddisfatti perche' accoglie in pieno le principali istanze contenute nel ricorso che abbiamo presentato, in particolare il rispetto delle normative relative ai pubblici acquisti e l'esigenza di non alterare la concorrenza, specie in un momento cosi' delicato determinato dall'emergenza Covid. Confermiamo la nostra piena fiducia nella cooperazione pubblico-privato nel rispetto dei ruoli e delle norme". Technogenetics, e' una azienda italiana specializzata nella produzione e commercializzazione di test diagnostici e dispositivi medici Ivd, che da oltre 35 anni opera nel campo della ricerca diagnostica, delle biotecnologie, della genetica molecolare e negli anni ha sviluppato un know-how specifico nell'ambito delle malattie infettive, autoimmunita' e dei disordini cromosomici. Opera con due centri di ricerca e produzione a Lodi e a Morra de Sanctis (Av) con circa 110 collaboratori. Per contrastare l'emergenza Covid, ricorda la nota, Technogenetics dispone di una gamma di test diagnostici sierologici e molecolari, dai Rapid Test "Pungidito" ai kit Clia fino ad arrivare ai tamponi Pcr, tutti marcati CE.

Pd: "Altra tegola su Regione Lombardia"

"Un'altra tegola sulla testa di Regione Lombardia. Gia' in passato avevamo sollevato dubbi circa l'accordo fra Diasorin e Policlinico San Matteo di Pavia, sui test sierologici, e oggi arriva la sentenza del Tar". Lo ha affermato Silvia Roggiani, segretaria del Pd Milano. "Sull'affidamento adesso fara' la dovuta luce la Corte dei Conti, quel che e' certo, pero', e' che all'indomani del cosiddetto "caso camici - sui cui e' necessario che Fontana chiarisca quanto prima al di la' della minaccia di querele - questa e' l'ennesima ombra in una gestione fallimentare dell'emergenza sanitaria in Lombardia. Sulla questione screening siamo colpevolmente indietro nella nostra regione, quella che conta quasi l'80% dei contagi nazionali e la sola ancora priva di una vera strategia nel tracciamento del virus. Se la magistratura dovesse accertare eventuali opacita', e noi ci auguriamo davvero di no, sarebbe davvero grave e le dimissioni di questa giunta sarebbero dovute. Chiediamo al presidente Fontana di fare luce al piu' presto".

Il sindaco di Robbio: "La verità è venuta a galla"

"La verita' e' venuta a galla, sui test io che sono stato il capofila, e poi tutti i sindaci che con coraggio mi hanno seguito, avevamo ragione". Cosi' il sindaco di Robbio (Pavia), Roberto Francese, commenta la decisione del Tar di Milano di bocciare la delibera con cui la Regione Lombardia scese Diasorin senza gara per fare i test sierolgici. "Siamo soddisfatti - aggiunge Francese - ci hanno fatto la guerra su una cosa su cui avevamo palesemente ragione. Questo dimostra la buona fede di noi sindaci. L'unica cosa che conta e' che la verita' sia venuta a galla, certo se si fossero comportati in un modo diverso forse le cose sarebbero andate meglio".

 

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