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Violenza sessuale a Milano, l'aggressore era da poco sbarcato in Sicilia
Violenza sessuale

Violenza sessuale a Milano, l'aggressore era da poco sbarcato in Sicilia

E' un egiziano di 31 anni che era sbarcato a Lampedusa a inizio luglio l'autore della violenza sessuale nei confronti di una 25enne avvenuta a Milano il 9 agosto, a poca distanza dall'ospedale San Raffaele dove la giovane lavora. Come riporta Ansa, gli investigatori della Squadra mobile, diretti da Marco Cali', sono arrivati all'uomo dopo un lungo lavoro di analisi delle telecamere della zona e delle celle telefoniche, riuscendo a individuare il 31enne confrontando il suo dna trovato nel punto della violenza. Alle 6 del 9 agosto la 25enne e' arrivata alla stazione della metropolitana di Cascina Gobba e, come al solito, ha imboccato una scorciatoia per raggiungere l'ospedale. Il tratto, sebbene percorso spesso da lavoratori, e' circondato da alberi e comprende un'area cantiere. Proprio qui l'uomo ha afferrato alle spalle la ragazza e l'ha trascinata in uno scavo utilizzato come incrocio per le tubature. Dopo la violenza e' rimasto ancora qualche minuto sul posto, mentre la 25enne e' scappata a lavoro, dove ha raccontato alle colleghe cosa le era successo. Ferita e sotto choc si e' rifiutata in un primo momento di rivolgersi alla polizia, ma le amiche l'hanno convinta a presentarsi nel pomeriggio alla clinica Mangiagalli. I medici hanno accertato la violenza e hanno inviato la segnalazione in Procura, che ha dato l'avvio alle indagini della Quarta sezione della Squadra mobile.

Il materiale biologico raccolto dalla Scientifica sul luogo della violenza non aveva trovato riscontro perchè il 31enne era stato solo  fotosegnalato al suo arrivo in Italia. Per individuarlo e' stato necessario un lungo lavoro di analisi delle telecamere della zona, al termine del quale e' spuntata l'immagine di un uomo col volto coperto da mascherina. A quel punto gli investigatori della Mobile si sono concentrati sulle celle telefoniche, ma l'utenza giusta era intestata a un prestanome e cosi' sono risaliti alla comunita' di richiedenti asilo politico, di cui faceva parte anche l'egiziano. L'ultimo tassello e' stato il "match" tra dna raccolto e quello prelevato da un suo oggetto. Infine, gli agenti lo hanno fermato stamani in un appartamento in zona Dergano.

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