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Coronavirus: Bosch impegnata per tutelare i suoi collaboratori

Con il Covid-19 la vita di tutti è stata rivoluzionata: scuole, cinema e musei chiusi, zone rosse e tutti siamo stati cortesemente chiamati a cambiare le nostre abitudini lavorative. Per salvaguardare la sicurezza dei lavoratori e l'attività imprenditoriale le aziende si sono trovate ad affrontare nuove sfide come lo smart-working che rappresenta un'opportunità per limitare il contagio e dare continuità alle attività lavorative che si possono svolgere anche in remoto.Il Gruppo Bosch in Italia ha deciso di attuare da subito tutte le misure cautelative previste e consigliate dalle autorità competenti. Una task force interna sta monitorando in maniera costante l’evolversi della situazione e le persone di riferimento per i collaboratori sono i referenti HR e i responsabili Salute e Sicurezza dell’azienda.

Nonostante il contesto difficile, tutti i collaboratori si stanno impegnando a portare avanti con impegno, responsabilità e determinazione le proprie attività. Inoltre, dal 24 febbraio ad oggi, nelle sedi Bosch tutti i collaboratori stanno lavorando in modalità smart working, con l’obiettivo principale di minimizzare, in linea con le direttive nazionali e regionali, la possibilità di contagio, garantendo la continuità lavorativa.

Per Bosch lo smart working non è una novità, è utilizzato già da un paio di anni e fa parte di un progetto globale definito “Inspiring working conditions” che ha l’obiettivo di creare le condizioni migliori per generare un clima di lavoro basato su fiducia, collaborazione, spirito di iniziativa e flessibilità. Nei siti produttivi oltre alla sanificazione degli ambienti gli addetti sono stati dotati di sistemi di protezione individuale in aggiunta al mantenimento delle distanze previste. 

Da anni è stata avviata una trasformazione culturale e organizzativa dell’azienda. Si tratta di valori e modalità di lavoro che, per essere messi in pratica, necessitano anche di meno rapporti gerarchici e più comunicazione ed interazione a tutti i livelli organizzativi. Oggi la domanda è: “Ci sei? e non “Dove sei?”. I collaboratori hanno gli strumenti necessari per lavorare in autonomia (tablet e smartphone connessi ai server aziendali), per partecipare a call/riunioni da remoto (Skype e/o altri mezzi analoghi) ed inoltre, ricevono una formazione adeguata per rispettare le norme di sicurezza e per poter utilizzare gli strumenti correttamente. La reperibilità è conforme all’orario di lavoro. In situazioni di normalità è possibile lavorare da remoto una volta alla settimana possibilità estesa in questa situazione particolare, previo accordo con il proprio responsabile, ma a tendere l’obiettivo sarà di estendere tale modalità a più giornate.Al momento non è ancora possibile fare previsioni circa l’impatto sul business.

Massimo Redaelli 

 

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