Auto e Motori
Guerra aperta in casa Volkswagen tra CEO e sindacati

A rischio 30mila posti di lavoro secondo il manager Diess che insegue il modello Tesla. I lavoratori protestano e la casa affida la risoluzione ad un comitato
Un comitato appositamente istituito dal Volkswagen e formato da persone esperte e che hanno famigliarità con la questione, discuterà del futuro del Ceo del gruppo, Herbert Diess.
Si è giunti a questo livello di mediazione, previsto dallo Statuto della casa tedesca, ma raramente convocato del consiglio di sorveglianza, dopo le tensioni tra la direzione e il consiglio di fabbrica, a seguito delle dichiarazioni del manager, il quale in una recente riunione a seguito dei risultati del terzo trimestre inferiori alle attese, aveva annunciato l’esubero di circa 30mila posti di lavoro per rendere l'azienda competitiva rispetto ai rivali di veicoli elettrici in rapida crescita. “Sono attualmente in corso discussioni costruttive e riservate. Eventuali risultati saranno comunicati a tempo debito”, ha affermato una fonte vicina al consiglio di sorveglianza. Il comitato di mediazione è composto da Hans Dieter Poetsch, presidente del consiglio di sorveglianza e Ceo del maggiore azionista di Volkswagen, Porsche SE; Stephan Weil, presidente del lander tedesco della Bassa Sassonia, che possiede un quinto dei diritti di voto in VW; dal capo del consiglio di fabbrica Daniela Cavallo e da Joerg Hofmann, capo del più grande sindacato tedesco, IG Metall. A seguito della possibile crisi occupazionale all’interno della seconda casa automobilistica al mondo, le azioni di VW hanno ampliato le perdite ad un -4,7%. Da una parte quindi, l’ambizione del numero uno di Volkswagen di rendere l’azienda ancor più competitiva, soprattutto individuando in Tesla il punto di riferimento da raggiungere in termini di efficienza e gestione snella dell’azienda, dall’altra i diritti dei lavoratori, rappresentati dai potenti sindacati tedeschi. Diess, 63 anni, ha preso il timone della casa automobilistica nel 2018 come terzo CEO da quando è scoppiato lo scandalo delle emissioni di gasolio della società nel 2015, ed è stato ripetutamente criticato per il suo stile di gestione giudicato estremamente esigente. Il suo attuale contratto, prorogato all'inizio dell'estate, durerà fino all'ottobre 2025.
(RMMedia)