Hyundai: 80% produzione USA, costi giù e profitti su - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 11:12

Hyundai: 80% produzione USA, costi giù e profitti su

Al primo CEO Investor Day fuori dalla Corea, Hyundai presenta a New York la sua rotta: più ibridi, EV su misura dei mercati, software al centro e investimenti record.

di Giovanni Alessi

Non è una semplice presentazione per investitori, ma la fotografia di un costruttore che ha deciso di correre davanti al gruppo.

A New York, al Hyundai Investor Day, il CEO José Muñoz ha messo in fila visione industriale e numeri: 5,55 milioni di auto entro il 2030, con il 60% di vendite elettrificate in Nord America, Europa e Corea. La scommessa è duplice: accelerare su prodotti che parlano davvero ai mercati locali e costruire un vantaggio competitivo sul software, dove i Software-Defined Vehicles diventano piattaforma comune per aggiornamenti rapidi, servizi e nuovi ricavi.

La gamma si allargherà su più fronti. Entro il 2030 gli ibridi supereranno i 18 modelli, con l’ingresso delle motorizzazioni per Genesis dal 2026 e il debutto della nuova Palisade Hybrid con tecnologia TMED-II, promessa di efficienza senza rinunciare al comfort. In parallelo, l’elettrico si farà più “regionale”: IONIQ 3 nasce per il pubblico europeo generalista con infotainment di ultima generazione; in India arriva un EV progettato per le esigenze locali e una filiera di fornitura più corta; in Cina si affacciano Elexio e una berlina di segmento C prodotte in loco. A completare il mosaico, l’offerta già nota—IONIQ 5, IONIQ 6 e IONIQ 9—che copre esigenze e budget diversi.

Il capitolo più dirompente riguarda gli EREV, gli Extended Range Electric Vehicles previsti dal 2027: l’idea è l’esperienza di guida di un elettrico, ma con oltre 960 km di autonomia grazie a una batteria più piccola, ottimizzata con un generatore ad alta efficienza. A differenza degli EREV tradizionali, Hyundai punta su batterie di nuova generazioneprogettate in casa per ottenere prestazioni da “puro elettrico” con meno della metà della capacità: più accessibilità, meno ansia da ricarica. Sul lato emozionale, la divisione N spingerà oltre i confini dell’EV ad alte prestazioni con una IONIQ 6 N ricca di tecnologie termiche e software dedicate, mentre la famiglia supererà sette modelli entro il 2030 per un obiettivo di oltre 100.000 unità l’anno.

C’è poi la produzione, che cambia pelle con la Software-Defined Factory. In Georgia, la Metaplant HMGMA salirà a 500.000 unità/anno entro il 2028 tra ibridi ed elettrici, creando migliaia di posti di lavoro e portando l’integrazione locale dei componenti all’80% entro il 2030. In Corea, il nuovo polo EV di Ulsan arriverà a 12 modelli elettrici grazie a robotica avanzata, manutenzione predittiva e simulazione digitale; in India, l’hub multimodello di Pune aggiungerà capacità per l’export; in Arabia Saudita nasce un impianto CKD “Saudi Made” con 50.000 unità annue dal quarto trimestre 2026. È un network flessibile, con l’Innovation Center di Singapore a fare da “centrale operativa” per replicare processi e tecnologie su scala globale, fino alla logistica automatizzata con Boston Dynamics.

Il cuore tecnologico batte nel reparto batterie e nel software. Hyundai si dà obiettivi misurabili al 2027: –30% dei costi, +15% di densità energetica, –15% nei tempi di ricarica. Dati reali, non solo laboratorio: l’analisi su oltre 50.000 IONIQ 5 monitorate, incluse vetture con più di 400.000 km, mostra una conservazione di capacità sopra il 90% nella maggior parte dei casi. La sicurezza è multilivello: BMS predittivo anche in cloud dal 2026, barriere di separazione, relè rinforzati, materiali refrattari e valvole di sfogo termico per prevenire incendi. Anche l’idrogeno resta nel perimetro: con 73.000 FCEV consegnati, la tecnologia Fuel Cell evolverà per veicoli commerciali a lunga percorrenza e usi intensivi.

Sul software di bordo entra in scena Pleos, l’OS che separa hardware e applicazioni e abilita aggiornamenti over-the-air veloci e modulari. In abitacolo arriverà Pleos Connect: multi-finestra, profili utente, marketplace integrato per app di terze parti—una mossa che parla di servizi e ricavi ricorrenti. A supporto della guida e dell’assistenza nascono le suite Atria AI (autonomia senza mappe HD), Gleo AI (voce naturale) e Capora AI (telemetria e fleet intelligence), tasselli che allineano Hyundai ai migliori player tech. È qui che la elettrificazione smette di essere solo motore e batteria e diventa piattaforma digitale.

Nel frattempo Genesis festeggia il decennale con un milione di auto vendute in meno di otto anni e margini a doppia cifra in oltre 20 mercati. L’obiettivo è 350.000 unità annue entro il 2030, rafforzando Stati Uniti, Europa, Medio Oriente e Corea con SUV di alta gamma (dai concept Neolun e X Gran Equator) e versioni ad alte prestazioni Magma. L’impegno sportivo—WEC dal 2026 e IMSA dal 2027—non è solo vetrina: è sviluppo tecnologico che ricade su gamma e piattaforme.

La strategia di alleanze completa il quadro. In USA prosegue la collaborazione con Waymo sui robotaxi IONIQ 5; con GM è in cantiere una famiglia di cinque modelli congiunti entro il 2028, dai van elettrici ai pick-up compatti per le Americhe; con Amazon Autos cresce la visibilità retail e si sperimentano nuove formule di finanziamento e accessori. La rotta finanziaria, illustrata dal CFO Scott Lee, prevede investimenti per circa 47 miliardi di euro tra R&D, capex e partecipazioni fino al 2030, con obiettivi di margine operativo fino al 9% a fine decennio e una politica di ritorno per gli azionisti oltre il 35% nel triennio 2025-2027.

Alla fine, il messaggio di Muñoz suona più concreto che visionario: non adattarsi al cambiamento, ma guidarlo. Portare l’industria su un terreno dove prodotto, batterie di nuova generazione e software convergono, dove la fabbrica è digitale e l’auto si evolve nel tempo. E in cui ogni mercato trova la sua risposta: l’Europa con IONIQ 3, l’India con un EV su misura, la Cina con modelli locali, gli Stati Uniti con produzione domestica e nuovi segmenti come il pick-up medio. Se il futuro dell’auto è un ecosistema, Hyundai vuole starci al centro.