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Auto e Motori
Toyota: Akido Toyoda l’elettrico farà crollare l’industria dell’automotive

E se quel qualcuno è un certo Akio Toyoda, numero 1 al mondo di Toyota, beh… c’è poco da star tranquilli. Toyoda, infatti, intervenendo alla conferenza stampa di fine anno della Japan Automobile Manufacturers Association - l'associazione dei costruttori auto giapponese di cui è anche presidente – ha espresso tutte le sue perplessità sul futuro completamente elettrico della mobilità sostenendo che: “Se in Giappone circolassero solo vetture 100% elettriche, nel giro di sei mesi rimarremmo senza elettricità per colpa delle ricariche delle batterie”.

Produrre energia, infatti, non vuol dire non produrre emissioni, anzi: la filiera ha un impatto sull’ambiente molto importante. Toyoda punta il dito contro chi sostiene l’auto elettrica a tutti i costi senza considerare il reale impatto ambientale che, a conti fatti, non è poi proprio a zero. In Giappone, per esempio, la produzione di elettricità è ancora legata al carbone e al gas naturale e, di conseguenza, la auto elettriche non sono  del tutto “carbon neutral”!

“La produzione di auto elettriche – precisa il manager giapponese – comporta una maggior produzione di anidride carbonica a causa delle batterie che, in fase di produzione, fanno quasi raddoppiare le emissioni totali di CO2 rispetto a quelle generate per la fabbricazione di un'auto termica o ibrida”. L’idea – intelligente - di Toyoda è, prima di voler vendere una vettura elettrica, quella di rendere più green la produzione di elettricità adeguando poi le infrastrutture. Se a tutto ciò aggiungiamo il fatto che, creare infrastrutture ad hoc per milioni di auto elettriche, comporta dei costi economici altissimi, beh… forse sarebbe il caso di fare un passo indietro. Toyoda, punta il dito anche sulle varie classi politiche e sulla loro ormai nota incompetenza: “E’ facile volersi sbarazzare delle vetture endotermiche – ha precisato Toyoda – ma questi signori si rendono conto che se dovessero eliminare le auto tradizionali il nostro sistema economico crollerebbe come un castello di sabbia? E non pensano alla perdita di milioni di posti di lavoro?”.

Come dargli torto? Attenzione, però: il processo di elettrificazione non può essere fermato perché rappresenta il futuro della mobilità. L’auto elettrica è efficiente, comporta meno costi di manutenzione, permette di abbattere le tasse sul carburante; è tutto bello, conviene a tutti ma… non parte. Perché? Perché costa troppo (si parte da circa 25/30 mila euro), perché mancano le infrastrutture, perché le batterie vanno smaltite, perché… quanti perché!

La sparata di Toyoda è avvenuta come conseguenza alle dichiarazioni del governo giapponese che intenderebbe, a partire dal 2035, vietare la vendita di auto a benzina e diesel. Giustamente Toyoda difende l’acqua del suo mulino sostenendo, a ragione, che la conversione totale alla mobilità elettrica dovrebbe essere rallentata e meglio gestita. Tutte le persone hanno il diritto di potersi muovere liberamente ma, se circolassero solamente vetture elettriche, soprattutto in questo periodo in cui la pandemia ha messo in ginocchio l’intera economia mondiale, diventerebbe un privilegio per pochi e non per tutti. Ecco perché questa transizione non può avvenire dall’oggi al domani; ed ecco perché il gruppo Toyota prevede l’investimento di oltre 13 miliardi di dollari per lo sviluppo della tecnologia ibrida ed elettrica. Che potrebbe essere il giusto compromesso per garantire l’inevitabile processo di elettrificazione…

(RM media) 

 

 

 

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