A centro e a destra è guerra di simboli
Ormai Scelta Civica sta per esplodere. Mario Mauro contro Gianfranco Librandi, correntine contro correntone. Con due grossi agglomerati: antimontiani in maggioranza al Senato e montiani in posizione di retroguardia. A questo punto, al di là delle battute, si inizia a ragionare con le carte bollate. Prima fra tutte la questione del simbolo, vera tradizione degli ex centristi e degli ex democristiani: di chi sarà la titolarità del nome Scelta Civica? Indubbiamente di Mario Monti, che lo registrò all'Ufficio Brevetti. Ma non è così semplice.
Perchè oltre al simbolo c'è la politica, e allora i gruppi si moltiplicano, non si riducono a due. C'è chi, nella prossima assemblea, sosterrà il governo Letta e chi invece è d'accordo con le critiche del professore. C'è chi è liberaldemocratico e chi è popolare europeo. C'è chi vorrebbe un'alleanza con il Pdl e chi invece non la vuole affatto. A provare ad evitare la scissione, con tanto di disputa sul simbolo, è Lorenzo Bombassei: "Troveremo la sintesi, con regole condivise per collaborare tutti insieme". Ma per adesso è pia speranza.
Intanto, così come al centro, anche a destra si iniziano a fare i conti con le faccende burocratiche. Anche qui, cose già note ma che riacquistano forza. Sabato il Consiglio nazionale farà morire il Pdl e rinascere Forza Italia. E il Cavaliere pare intenzionato a far valere la propria forza anche economica: a chi se ne va nemmeno un euro. E niente simbolo. Ovviamente il Pdl non morirà subito: prima accederà ai 18 milioni di euro di rimborsi elettorali. E ovviamente il Cavaliere rimarrà saldamente in sella al nuovo soggetto, visto che i cordoni della borsa ce li ha lui: 110 milioni in fidejussioni bancarie. Per non parlare dei debiti, che sono tanti e che solo i milioni dei rimborsi potranno riportare in attivo. Ma fin quando Silvio c'è, si dicono dalle parti del Pdl, non ci sono problemi. Se vincerà Alfano, invece, rimarranno solo macerie. Perché in questa partita non ci sono solo i principi, ma anche e soprattutto i conti. E quelli, si sa, li fanno i tesorieri.
: