Politica
Abruzzo, Meloni ko e cade il governo. Voto a settembre. Il piano di Pd e M5S
Dopo il successo in Sardegna, Schlein e Conte puntano tutto sulle Regionali in Abruzzo
Abruzzo, sfida aperta. Luciano D’Amico appoggiato non solo dall’asse Pd-M5S ma anche da centristi, Azione, Italia Viva, +Europa, e sinistra
E ora l'Abruzzo. Per assestare la botta finale a Giorgia Meloni e al governo. Se la Sardegna ha una storia a sé di alternanza politica ed è una regione dove il Centrodestra ha commesso molti errori, scegliendo il candidato all'ultimo momento dopo settimane di polemiche e liti, in Abruzzo la storia è ben diversa. Il presidente uscente Marco Marsilio è di Fratelli d'Italia, vicinissimo alla presidente del Consiglio, e viene ricandidato (stavolta senza polemiche) e sostenuto da tutto il Centrodestra unito.
Ma di fronte a sé si trova Luciano D’Amico appoggiato non solo dall’asse Pd-M5S ma anche da centristi, Azione, Italia Viva, +Europa, e sinistra. Praticamente tutte le opposizioni, una sorta di inedito campo larghissimo. I sondaggi danno Marsilio avanti di pochi punti (3 o 4) ma in Sardegna abbiamo visto come i sondaggi abbiano clamorosamente fallito.
Secondo quanto Affaritaliani.it è in grado di anticipare, Giuseppe Conte ed Elly Schlein passeranno molti giorni girando in lungo e in largo l'Abruzzo, battendo quasi tutti i comuni per giocarsi quella che potrebbe essere la sfida decisiva per colpire e forse affondare il governo di Centrodestra. Perdere l'Abruzzo per Meloni sarebbe molto più doloroso e pesante della Sardegna e a quel punto potrebbero davvero esserci conseguenze sulla tenuta del governo. Le opposizioni lo sanno e dopo il successo di Todde si giocano il tutto per tutto.
A livello di Centrosinistra la vittoria in Sardegna con il Pd nettamente sopra il M5S, nonostante avesse la candidata alla presidenza, rilancia fortemente la figura di Schlein, che ha anche ricevuto i complimenti e la mano tesa di Stefano Bonaccini. Al momento vengono dunque smentite ogni ipotesi di scissione tra i Dem e la segretaria, forte della vittoria in Sardegna con il Pd che ha quasi doppiato i 5 Stelle, si conferma come vera antagonista di Meloni e dell'esecutivo.
C'è anche da dire che Todde non è proprio il prototipo della storica 5 Stelle battagliera, anzi è una figura molto moderata e mai sopra le righe. Il Pd ora si ricompatta, con le minoranze che dimenticano il voto contrario sul terzo mandato che aveva scatenato polemiche, e si concentrano sull'Abruzzo. Far perdere il Centrodestra in casa di Meloni e con le Europee alle porte potrebbe portare a far implodere l'esecutivo in estate.
Tra i Dem ne sono convinti e come ha affermato Massimo Cacciari ad Affaritaliani.it, Sergio Mattarella non tenterà la strada dei governi tecnici e in caso di crisi ci saranno solo le elezioni già a settembre (come due anni fa). Schlein e Conte ci credono e la Sardegna insegna che Meloni, Salvini e Tajani si possono battere. Ed è per questo che l'obiettivo è conquistare l'Abruzzo per far esplodere il Centrodestra con liti furiose alle Europee, arrivare alla caduta del governo per implosione e alle elezioni politiche a settembre. Non sarà facile, ma questo è il piano di Schlein e Conte, che passa dal voto decisivo del 10 marzo in Abruzzo.