Ipotesi Amato al Colle. Sì di Renzi, ma il premier non si fida del Pd
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
Silvio Berlusconi è stato il primo a fare il nome di Giuliano Amato per il Quirinale. E all'inizio tutti hanno subito pensato che l'ex Cavaliere avesse così bruciato il Dottor Sottile. A dire il vero, però, più si avvicinano le elezioni in Parlamento del nuovo Capo dello Stato è più si percepisce che la candidatura dell'ex vicesegretario del Psi di Bettino Craxi è tutt'altro che tramontata.
Oltre al leader di Forza Italia, che però al netto delle opposizioni interne distinte di Fitto e Brunetta può controllare solo 90 grandi elettori su 140, il nome di Amato sarebbe quello preferito da Giorgio Napolitano, che, da senatore a vita, continua a pesare molto. Specialmente nella scelta del suo successore. L'ex premier, che la Lega vede come il fumo negli occhi per aver "tolto i soldi agli italiani in una notte", come dice Salvini, è la personalità che ha il maggiore standing internazionale e che, dicono i beninformati, avrebbe anche l'appoggio di ambienti della Massoneria.
Una forza quella di Amato, sul quale ci sarebbe anche l'ok dell'Ncd e degli altri centristi, che però fatica ad affermarsi nel Pd. L'area dalemiana, ormai ridotta all'osso, voterebbe certamente per il Dottor Sottile, ma il premier Renzi teme una certa insofferenza dei parlamentari ex Ds per l'eventuale candidatura dell'ex numero due di Bettino Craxi.
In sostanza, quando Orfini e la Serracchiani parlano di personalità con standing internazionale - spiegano dal Nazareno - avrebbero proprio in mente il nome di Amato (o in seconda battuta quello del ministro Padoan), ma il segretario dem, che vuole evitare scivoloni e brutte figure che colpirebbero la sua immagine dopo lo schiaffo di Cofferati, teme i franchi tiratori e ha paura che con Forza Italia azzoppata le eventuali defezioni nel Pd possano, nel segreto dell'urna, bocciare Amato anche al quarto scrutinio. La candidatura rimane in piedi, ma anche i dubbi del premier.