Arresto in Sicilia di Cateno De Luca e la Balena va...

Neanche il tempo di festeggiare che il di nuovo deputato dell’Assemblea Regionale siciliana Cateno (sic) De Luca si ritrova arrestato con una ipotesi di associazione a delinquere finalizzata all’evasione fiscale per 1.750.000 € sottratti illegalmente al fisco tramite l’utilizzo di un Caf il cui responsabile è stato anche lui arrestato dal Gip del Tribunale di Messina.

Cateno De Luca -che da poco aveva annunciato la sua intenzione di candidarsi a sindaco di Messina-aveva costruito, come si fa in questi casi, una lista ad hoc chiamata “Sicilia Vera” (5.418 preferenze) che era confluita poi nell’Udc (che ha ottenuto un detreminante 7% e cinque seggi) ed infine a sostegno del candidato ed ora Presidente di Regione Sicilia Nello Musumeci che, tra l’altro, aveva ammesso di aver imbarcato “impresentabili” impostigli dai partiti.

Fermo restando il presupposto di innocenza fino al terzo grado come vuole la nostra Costituzione alcune considerazioni sono d’obbligo.

De Luca è sotto processo anche per aver affidato quando era sindaco di Fiumedinisi (Messina) dei lavori pubblici a sue ditte e faceva parte dei 17 “impresentabili” individuati dalla Commissione Nazionale Antimafia; di questi poi 6 risulteranno eletti.

Per un resoconto dettagliato dei fatti si può fare riferimento a questo articolo: https://www.affaritaliani.it/cronache/elezioni-sicilia-arrestato-per-evasione-fiscale-deputato-de-luca-508638.html

Qui ci vogliamo occupare invece di un discorso politico sulla Balena Bianca che con vari Avatar, di cui il più rappresentativo è l’Udc di Lorenzo Cesa, sembra continuare allegramente a solcare i mari a dispetto degli inutili tentativi di affondarla.

L’Udc/“DC” -nel bene e nel male- rappresenta ancora una specie ben presente nell’ecosistema politico italiano e la sua famosa e rinomata politica dei “due forni” è ancora il principale motore a propulsione della balena.

L’Udc uno e bino; l’Udc eterno archetipo del compromesso politico, della mediazione, del voler tenere il piede in due staffe in nome di un vago “volemose bene che la vita è dura” rappresenta un passato che non passa e che -oltretutto- dà benzina e forza all’antipolitica populista e in particola modo ai Cinque Stelle a cui non par vero quello che è successo e hanno fatto del gradito e forse non inaspettato dono un uso immediato e provocatorio.

Questa la “colpa” politica dell’Udc, ma la balena ha anche dei balenini.

A livello nazionale esiste (pochi lo sanno) una sua filiazione da scissione, “Centristi per l’Europa” guidata da Pier Ferdinando Casini e che ad onta di un paio di parlamentari transumati esprime addirittura un ministro all’Ambiente, Gianluca Galletti che in questi anni è riuscito a provocare forti malumori tra gli ambientalisti per alcune sue vocazioni nucleari, per essere favorevole alla caccia nonostante gli incendi e soprattutto per non aver rinnovato la Commissione di Valutazione Ambientale, la VIA, scaduta da diversi anni e che è  un nodo cruciale di rilevantissimi interessi economici che ha membri accusati di conflitti di interesse, cfr: http://espresso.repubblica.it/attualita/2015/04/07/news/controllori-e-controllati-quanti-conflitti-d-interesse-nella-commissione-via-1.207112.

Un brutto colpo per Cesa e l’Udc e diciamo pure per tutto il centrismo italiano visto che lo stesso Angelino Alfano ha avuto risultati mediocrissimi nella sua Sicilia e figuriamoci quindi la proiezione a livello nazionale eppure la balena, nonostante tutti questi problemi, è sempre lì a navigare nelle acque perigliose della politica italiana sfuggendo ai suo