La verità sul lento e inesorabile declino di Berlusconi
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
"Ormai sono fuori dalla politica, sono soltanto qualcuno con un grande senso di responsabilità nei confronti del mio Paese...". Lo ha detto Silvio Berlusconi a Saronno (Varese). "Vedo nel sogno di trasformare la maggioranza numerica degli italiani (e che sia una maggioranza non si discute) in maggioranza politica organizzata l'unica possibilità per poter dare all'Italia quei cambiamenti di cui abbiamo bisogno", ha aggiunto l'ex Cavaliere. Ma davvero il leader di Forza Italia si ritira? Non proprio. O meglio, non subito. Che Berlusconi sia stanco e non ne possa più della politica è verissimo. E non ne può più neanche delle liti nel suo partito (l'uscita di Fitto è solo l'ultima delle grane) e dell'esuberanza di Salvini. Le Regionali, quasi certamente, vedranno il tracollo di Forza Italia, quasi dappertutto sotto il 10 per cento e doppiata o triplicata dalla Lega. Che fare? L'ex premier vorrebbe dare un ultimo contributo cercando di aggreggare i moderati in un Centrodestra che possa competere con Renzi, ma il suo peso politico ormai è nettamente inferiore rispetto a quello di qualche anno fa. Forza Italia è divisa per bande e ognuno va per conto suo, il Carroccio non è più "controllabile" come ai tempi di Umberto Bossi e perfino Giorgia Meloni si rivolta contro Arcore (vedi Puglia). Insomma, se nei prossimi mesi, dopo la batosta del 31 maggio, Berlusconi non riuscirà a riacquistare un minimo di centralità allora potrebbe davvero lasciare che il Centrodestra si riorganizzi da solo (se ce la farà). Per l'ex Cav il futuro potrebbe vedere un ritorno agli interessi familiari, dal Milan a Mediaset-Fininvest, lasciando il protagonismo della scena politica ai vari Salvini, Fitto e Meloni.