Berlusconi, Mediaset lo spinge nelle braccia di Alfano
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
Silvio Berlusconi ormai ha deciso: il rapporto con Area Popolare di Alfano e Casini va ricostruito e Forza Italia deve rimanere nell'alveo del Partito Popolare Europeo. La richiesta di Matteo Salvini di scegliere tra la Lega e l'Ncd resterà senza una risposta precisa. L'ex Cavaliere non si fida del segretario della Lega e preferiva di gran lunga trattare con Umberto Bossi. Ma ai tempi del Senatùr e delle cene del lunedì sera dove si trovava sempre la "quadra" il Carroccio valeva un quinto o un sesto di Forza Italia e poi del Pdl. Ora nei sondaggi Salvini è cinque punti sopra Berlusconi. E quindi il pallino è in mano al leader leghista. L'ex premier continua a ripetere di voler tenere unito tutto il Centrodestra e non vuole accettare diktat sugli alleati. Dal canto suo Salvini ripete un giorno sì e l'altro pure "mai con l'Ncd". Non se ne esce.
Dietro la scelta di Berlusconi di privilegiare l'asse con un partito che nelle intenzioni di voto vale circa il 4%, anziché con un movimento che si attesta sul 16%, ci sono le pressioni della famiglia, ovvero dei figli, e dei vertici di Fininvest e di Mediaset. L'Opa sulle torri Rai, il tentativo di acquisizione di Rcs Libri da parte della Mondadori, ma anche la possibile cessione del Milan... sono tutti temi che, come spiegano alcuni deputati azzurri, distraggono Berlusconi dalla politica e, considerando anche la volontà di Renzi di riformare la Rai addirittura per decreto, impongono al leader di Forza Italia una certa cautela nei confronti del premier e del governo. Va bene l'opposizione dopo il fallimento del Patto del Nazareno con l'elezione di Mattarella al Quirinale, ma non si può esagerare - sarebbe l'input che arriva da Arcore - contro il segretario del Pd. Troppe le partite delicate aperte e troppi gli interessi in ballo. Ed ecco perché Fi insegue l'Ncd pur rischiando seriamente di rompere con il Carroccio.
Ed ecco perché all'intero del partito l'ex Cav sta conducendo una battaglia durissima contro Raffaele Fitto, considerato troppo anti-renziano. Insomma, se Berlusconi non segue Salvini sulla strada del lepenismo e della destra destra non è tanto per una questione di ideali e di appartenenza al PPE (che poi è quello dell'odiata Merkel) ma è soprattutto per una necessità non solo politica di mantenere un rapporto discreto con Palazzo Chigi e con il premier. Certo che se alle Regionali in Veneto la Lega dovesse andare da sola con Luca Zaia e vincere, magari con Forza Italia al 5%, la carriera politica di Berlusconi sarebbe davvero alle battute finali.