Politica
Berlusconi-Scalfari, "svolta epocale. Torna la Prima Repubblica (2.0)"

Berlusconi-Scalfari apre la strada al governissimo dopo le elezioni. Intervista-analisi
"E' senza dubbio un cambiamento storico". Il sondaggista e semiologo Alessandro Amadori, intervistato da Affaritaliani.it, analizza il senso delle parole di Eugenio Scalfari. Il fondatore del settimanale l'Espresso e del quotidiano la Repubblica ha dichiarato a sorpresa che se dovesse scegliere tra Berlusconi e Di Maio, affiderebbe il Paese all'ex Cavaliere e leader di Forza Italia.
"Tutta la Seconda Repubblica si era costruita sull'antitesi fra Berlusconi e le forze anti-berlusconiane, tra le quali Scalfari era un po' lo spirito guida. Per cui questa affermazione - spiega Amadori - chiude ufficialmente la Seconda Repubblica e ci riporta ad una Prima Repubblica 2.0, più che a una Terza Repubblica. Ovvero a una situazione per cui non c'è un leader che sia investito del ruolo di prescelto in senso positivo, da contrappore a un leader prescelto in senso negativo. Il duello Prodi-Berlusconi degli Anni '90 va letto così: il mite e buono Prodi contro il cattivo e propotente Berlusconi, questa è stata la logica di una guerra fra eserciti ognuno con il proprio comandante. Ora siamo di fatto tornati ad una sorta di Prima Repubblica 2.0 in cui nessuno ha la vittoria in tasca e non esiste un unico esito elettorale possibile ma sono possibili vari esiti e scenari, soprattutto dopo il voto. Non c'è una 'conventio ad excludendum' nei confronti di qualcuno, ma c'è qualche partito considerato come i movimenti extra-parlamentari di una volta. Questo è sicuramente il caso del Movimento 5 Stelle, che è un po' come il Movimento Sociale della Prima Repubblica: c'era ma non si voleva che governasse. E' un cambio epocale, finiscono una stagione e un'epoca, se ne apre un'altra che sembra un ritorno al passato più che un salto nel futuro".
Le parole di Scalfari aprono la strada alle larghe intese dopo le elezioni politiche? "Esatto, aprono la strada a scenari da Prima Repubblica, compreso il governissimo", afferma Amadori. "Una volta c'era il Pentapartito, adesso chissà cosa avremo". E la Lega? "Nel complesso è dentro questo sistema, anche perché da tempo governa grandi Regioni. Per quanto sia ufficialmente descritta in toni critici da esponenti soprattutto del Centrosinistra, è comunque parte del sistema e questo è anche il risultato della svolta nazionale del leader Matteo Salvini. Niente più seccessione ma difesa dei territori: questo cambiamento ha consentito al Carroccio di istituzionalizzarsi e di diventare parte critica del sistema, portatore di un cambiamento. Lo stesso discorso vale per Giorgia Meloni. Il M5S invece esiste, è forte, ma si fa di tutto per tenerli fuori", conclude.