Bersani verso il fallimento. Stop del Colle al leader Pd
Di Alberto Maggi
@AlbertoMaggi74

Pier Luigi Bersani è stato il primo a parlare di miracolo. E affinché diventi presidente del Consiglio (di fatto e non solo incaricato) serve proprio un miracolo. La chiave è il Quirinale. E Giorgio Napolitano è stato netto: servono numeri certi. Nonostante i "passi avanti" sbandierati Bersani non li ha. Punto. I 53 senatori del Movimento Cinque Stelle hanno votato all'unanimità no secco alla fiducia. La Lega si è allineata con il Pdl sulla richiesta di un governo di larghe intese. E perfino il Centro montiano non è disponibile a sostenere un esecutivo di minoranza. Bersani ci ha provato sperando di ottenere il via libera dal capo dello Stato per formare un governo che poi, con ministri "rivoluzionari" della società civile, vada in Aula e cerchi di ottenere la fiducia tra pentiti grillini e astensioni dell'ultimo momento.
Ma il gioco del leader democratico è altamente pericoloso e Napolitano non ci sta. Non vuole rischiare di avere un governo sfiduciato a Palazzo Madama e in grado di gestire solo l'ordinaria amministrazione. Per questo, salvo appunto miracoli, Bersani rimetterà il mandato al Presidente che aprirà nuove consultazioni. Non si possono sciogliere le Camere e come ha fatto capire il leader di Fratelli d'Italia Guido Crosetto, Napolitano farà anche "tre o quattro tentativi".
Il prossimo sarà una personalità indicata comunque dal Pd, in quanto forza di maggioranza relativa in Parlamento, ma non sgradita al Centrodestra. Il nome principale che circola è quello di Corrado Passera, ex banchiere e ministro montiano che ha mollato il Prof prima della campagna elettorale (leggi 'E ora grande coalizione guidata da Passera', il commento del direttore Angelo Maria Perrino scritto il 25 febbraio). E quindi ancora spendibile. In sostanza si lavorerebbe a un governo del Presidente e/o di scopo per affrontare l'urgenza della crisi economica, tentare di riformare la legge elettorale e riportare il Paese alle elezioni in autunno o all'inizio del prossimo anno. L'incognita è il Pd. Se passa la linea Fassina del no a qualsiasi ipotesi che non sia Bersani, niente Passera (o chiunque altro) e si torna al voto con il Porcellum. Ma i renziani (e non solo) daranno battaglia contro la linea oltranzista, aprendo una breccia nel monolite democratico.