Alla commemorazione di Nelson Mandela non era "inopportuna la presenza del mio compagno" "per le stesse ragioni per le quali il presidente del Consiglio era li' insieme a sua moglie e altri rappresentanti istituzionali di altri Paesi avevano al fianco i rispettivi partners". Cosi' la presidente della Camera, Laura Boldrini, in una lettera pubblicata oggi da Repubblica spiega le ragioni del viaggio in Sudafrica per l'addio di Mandela. "E' vero che viviamo al tempo dei forconi e che l'urlo e' merce assai piu' diffusa del ragionamento - aggiunge Boldrini - pero' da presidente della Camera e anche da 'italiana semplice', voglio continuare a nutrire la fiducia che il nostro Paese sappia ancora distinguere tra la partecipazione ufficiale alla cerimonia funebre per un Grande della storia, a un gran premio di Formula 1 o aduna festa estiva privata.
Altrimenti vorrebbe dire che la gerarchia dei valori sui quali si fonda la nostra convivenza si e' fatta davvero molto confusa". La presidente della Camera ricorda che in nove mesi di mandato ha utilizzato l'aereo di Stato in due sole occasioni: per il viaggio in Sudafrica per la commemorazione di Mandela e per raggiungere Bari per la Festa delle forze armate. "Le occasioni istituzionali - sottolinea - non sarebbero mancate: sono state 96, fin qui, le iniziative alle quali ho preso parte lontano da Roma, comprese alcune missioni all'estero. Ma continuo a pensarla come la pensavo quando ero ero soltanto una privata cittadina: anche i 'vertici' istituzionali, tutte le volte che e' possibile, devono spostarsi come i comuni mortali. Dunque aerei di linea, se si puo' low cost, e treni".