L'omaggio di Laura Boldrini a Togliatti? Che errore. Ecco perché
Di Pietro Mancini
L'omaggio di Laura Boldrini a Palmiro Togliatti, leader del vecchio e staliniano Pci, 50 anni dopo la morte del leader comunista ? Evidentemente, la giovane numero uno di Montecitorio non è stata informata da nessuno dei suoi componenti il pletorico ufficio-stampa che Giorgio Napolitano, "solo" 50 anni dopo aver approvato, come don Palmiro, l'invasione sovietica di Budapest, fece autocritica, dopo essere asceso al Quirinale, rispetto a quel giudizio positivo.
Adesso Napolitano ammette che fu "una tragedia, anche per il Pci, un errore grave e clamoroso del gruppo dirigente, a partire da Togliatti". E Boldrini ignora che, nel lontano 1944, una durissima e documentata "Lettera aperta a Togliatti" comparve sulla stampa mondiale. Essa riguardava oltre 1000 antifascisti italiani, perseguitati in URSS, e 200 comunisti, uccisi dai plotoni di esecuzione o nei gulag, negli anni orribili, dal 1935 a oltre il 1940.
Togliatti non rispose mai a quella lettera, che gli era stata indirizzata da Victor Serge, già funzionario del Komintern, l'Internazionale comunista. "Voi, compagno Togliatti- scriveva Serge al "Migliore" ( ? )- siete stato testimone delle persecuzioni, di cui i vostri stessi compatrioti e compagni di partito, rifugiatisi in Urss, sono vittime, da una decina d'anni a questa parte".
Togliatti, benché avesse l'autorità per farlo, in quanto firmatario delle condanne, come membro del comitato esecutivo del Komintern, non mosse un dito per salvare la vita di 200 comunisti italiani e di molti dirigenti polacchi.
Massimo Caprara, che fu segretario particolare del segretario e deputato del Pci, riferendosi ad Antonio Gramsci, fondatore del Pci nel 1921, chiese a Togliatti: "Al posto tuo, cosa avrebbe fatto, a Mosca, Gramsci ?". Don Palmiro, dopo un breve silenzio, rispose : "Gramsci sarebbe morto!". Avrebbe, cioè, pagato con la vita il suo "niet" a quell'atroce ed ingiusta condanna.
Lui, Togliatti, invece, visse a lungo a Mosca. Oggi, nel 2014, non merita di essere inserito nel Pantheon dei Grandi della Repubblica.