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Politica
Borghi: "Non si azzardino a firmare il Mes, fuga dai titoli di Stato e Troika"

"Premessa importante: il Mes non andrebbe rinviato solo per l'emergenza coronavirus. Per come è stato presentato e messo a punto non andrebbe proprio firmato e andrebbe solo respinto. Sappiamo tutti ormai come è andata, il premier Giuseppe Conte pare che, almeno al momento, abbia disatteso il mandato parlamentare. Ora, a maggior ragione, visto le violente ripercussioni dell'emergenza coronavirus sui mercati finanziari internazionali, non si deve nemmeno pensare o immaginare di firmare il Mes". A sostenerlo, in un'intervista ad Affaritaliani.it, è il leghista Claudio Borghi, presidente della Commissione Bilancio della Camera.

"Autorevoli studiosi, quasi all'unanimità, hanno spiegato che il Mes non è affatto uno strumento che porta sicurezza, bensì maggiore instabilità, soprattutto considerando l'attuale situazione con i mercati finanziari in subbuglio. Quello che nel Mes non dovrebbe essere scritto e invece c'è, purtroppo, è la possibilità che il default dello Stato diventi più facile. Non ci provino nemmeno a portarlo avanti perché in questo momento le ripercussioni potrebbero essere irreparabili", spiega l'esponente del Carroccio.

Che cosa accadrebbe se il Mes venisse firmato così com'è oggi? "In un momento di forti oscillazioni sui mercati potrebbe spargersi la voce, come si diffondono gli allarmi spesso eccessivi e il panico sul coronavirus, che l'Italia ha bisogno dell'intervento del Meccanismo Europeo di Stabilità. Il passaggio successivo - argomenta il presidente della Commissione Bilancio di Montecitorio - sarebbe la ristrutturazione del debito pubblico e a quel punto la fuga dai titoli di Stato italiani. Quello che dovrebbe essere un bene privo di rischio, appunto il titolo di Stato, con il Mes diventa rischioso. Le clausole di azione collettiva consentono la semplice ristrutturazione del debito. Sono le cosiddette prospettive autorealizzanti".

"Con la fuga degli investitori dai titoli di Stato italiani e la banca centrale che non interviene, perché il Mes presuppone la strada della ristrutturazione del debito, chi compra il titolo sa che c'è la possibilità che venga decurtato. E a quel punto, come si finanzia lo Stato? L'Italia dovrebbe chiedere aiuto al Fondo Montetario Internazionale, che di danni con la famigerata Troika ne ha già fatti abbastanza, basti pensare alla Grecia. La firma dovrebbe essere a marzo, non la mettano neanche all'ordine del giorno. Non ci sono le condizioni per decidere alcunché", conclude Borghi.

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