Calderoli a papà Kyenge: se vado in Congo mi sa che non torno...
Nuovo capitolo della diatriba tra Calderoli e il papà dell'ex ministro Kyenge. Questa volta, come spiega il settimanale Oggi, Clement Kikkoko Kyenge ha invocato gli spiriti affinché proteggano il senatore della Lega. "Non ho ben capito di che cosa si tratta (ride). Se sia una riedizione o che cosa...", commenta lo stesso Calderoli ad Affaritaliani.it. E' una cosa nuova... "Ma una cosa tipo quella dell'altra volta oppure...". No, benevola stavolta. "Tutto quello che di bene viene è gradito da parte mia", spiega il vicepresidente di Palazzo Madama. Poi la domanda su quanto dichiarato da papà Kyenge, ovvero che Calderoli è ora il suo trentanovesimo figlio e quindi fratellastro dell'europarlamentare del Pd. Qui il senatore del Carroccio si fa serio e afferma: "Io un papà e una mamma ce li ho avuti e sono orgoglioso di loro, purtroppo se ne sono andati. Non ho bisogno di sostituti papà. L'ho avuto ed è stato un grande papà". E infine l'invito del signor Kyenge a recarsi in Africa... "Ci rifletterò", spiega Calderoli. "Ma mentre lei è libera di andare e venire dall'Italia, venire eletta parlamentare fare il ministro... io temo che se vado in Congo, indipendentemente da quelle che sono le buone intenzioni del papà della Kyenge, difficilmente mi farebbero tornare. E quindi rifletterò bene".
LA CONTRO-MACUMBA PER SALVARE CALDEROLI. CHE ORA SI RITROVA “FRATELLO” DELL'EX MINISTRO KYENGE
Il settimanale OGGI, da domani in edicola (anche su www.oggi.it), documenta in esclusiva la cerimonia con cui il padre dell'ex ministro Cécile Kyenge, Clement Kikkoko Kyenge, invoca gli spiriti da cui il leghista Roberto Calderoli si sente minacciato, affinché lo proteggano.
Era stato lo stesso esponente leghista, a seguito di una catena di guai culminata col ritrovamento di un serpente lungo due metri nella cucina di casa, a chiedere che gli venisse tolto quello che lui ritiene essere un maleficio (e che per il padre della Kyenge, capovillaggio nella Repubblica Democratica del Congo, era invece un rito per liberare lui, che aveva paragonato la figlia a un orango, dalla malvagità).
Come rivela OGGI nel giornale in edicola e in un video sul sito www.oggi.it, papà Kyenge ha fatto un'offerta presso l'altare degli avi, li ha invocati, e al loro cospetto ha dichiarato il senatore della Lega “mon fils”, mio figlio (sarebbe il trentanovesimo), e al termine, un po' scherzando, ha maneggiato anche un lungo serpente di gomma.
Infine, ha invitato Calderoli in Africa, «in privato, senza tamburi, trombe e pubblicità. Deve sedersi a mangiare in mezzo a noi, anche lui deve ballare al ritmo del tam tam… Lui ha insultato Cécile e ha sbagliato, ma noi l'abbiamo perdonato».