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Politica
Cannabis, Salvini: "Li faccio fuori tutti". Conte: "Non è in agenda"

Salvini dichiara la "guerra" alla cannabis, scontro nel governo

Matteo Salvini dichiara "guerra" alla cannabis e alla droga e apre un nuovo capitolo di scontro nel governo. Già ieri, nel giorno della revoca dell'incarico al sottosegretario leghista Armando Siri, indagato per corruzione, il ministro dell'Interno aveva parlato a lungo del tema dopo l'incontro al Viminale con i responsabili delle principali comunità per tossicodipendenti. Ospite di Lilli Gruber a 'Otto e mezzo', in serata, aveva commentato: su Siri non faccio la crisi di governo, ma sulla droga sì. Suscitando la replica al vetriolo di Luigi Di Maio: "Siamo tutti contro la droga ma basta minacciare il governo, gli italiani non ne possono più".   Oggi polemica bis, con il titolare del Viminale che ha iniziato la giornata con l'annuncio della chiusura di tre cannabis shop nelle Marche, dove si trova per la campagna elettorale delle amministrative. E il lancio di una direttiva in cui si dispongono "controlli più accurati", si spiega dal ministero, a questi negozi che comunque non si possono chiudere dal momento che una sentenza della Cassazione ha decretato legittima la commercializzazione al dettaglio della cosiddetta cannabis light (proveniente dalle coltivazioni contemplate dalla legge 242/2016 e recante un quantitativo di Thcinferiore alla soglia dello 0,6%). Salvini ha anche chiesto al pentastellato Matteo Mantero di ritirare il disegno di legge per la legalizzazione della cannabis. Tranchant il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, sul tema. "Io ho un'agenda molto fitta, non mi stravolgete l'agenda: questa non e' all'ordine del giorno", ha risposto ai giornalisti.    Durissima la risposta di Di Maio, che ha tirato in ballo le competenze di Salvini in quanto ministro dell'Interno. "La lotta alla droga e' come la pace nel mondo: la vogliamo tutti. Non vedo perche' si debbano creare tensioni nel governo per una cosa che noi sosteniamo. Il ministro Salvini vuole chiudere i negozi irregolari che vendono queste sostanze? Ben venga, perchè se sono irregolari non possono stare aperti - ha scandito il capo del M5s -. Il tema è che oltre a fare questo, lo pregherei anche di chiudere, ad esempio, le piazze di spaccio della camorra, della mafia, perchè quando ci sono queste piazze di spaccio ci vanno di mezzo nelle loro guerre bambine di tre anni come a Napoli". "Non c'e' bisogno - ha aggiunto Di Maio - di creare nessuna tensione e si preoccupi delle leggi che sono nel contratto di governo, cerchiamo di vederci in questi giorni, come sto chiedendo, per fare il salario minimo orario e la flat tax piuttosto che andare a scartabellare nelle leggi dei singoli senatori che non hanno i numeri per essere approvate". 

Duro botta e risposta fra M5s e Lega

Lo scontro tra i vicepremier si è trasferito anche al livello inferiore dell'esecutivo, con uno scambio molto pesante tra i due sottosegretari all'Interno, il pentastellato Carlo Sibilia e il leghista Stefano Candiani. Dopo che Sibilia si è detto contrario alla chiusura degli shop, Candiani è partito all'attacco: "Sibilia parla, parla, parla... ma parla a che titolo? Prima scienziato ora esperto di vigili del fuoco, salute, enti locali, piccole e medie imprese, antimafia e commercio. Ormai si infila in qualsiasi anfratto, sparandola grossa pur di esserci. Ma francamente non si capisce più a che titolo parla. Scambia le piccole e medie imprese, che danno lavoro sano, con i negozi di cannabis che vendono droga e kit per farsela in casa. Se dovessimo lasciare fare a chi la vede come lui, ci troveremmo presto i cannaioli al posto dei caldarrostai nelle piazze d'Italia. Robe dell'altro mondo". "I canapa shop sono legali grazie alla legge 242/2016. Una legge votata all'unanimità nella scorsa legislatura addirittura in sede legislativa, cioè senza passare dall'aula, sia alla Camera e al Senato. Tutto e' partito da una proposta di legge M5s", ha fatto notare Giuseppe Brescia, presidente della commissione Affari Costituzionali di Montecitorio e deputato del M5s. "Secondo alcune ricerche accademiche, grazie a questi negozi lo spaccio di marijuana e hashish e' diminuito. E allora chi vuole davvero combattere la droga? Con che coraggio cambiamo in corsa una legge e mettiamo in crisi tante imprese che sulla base di una legge hanno investito e creato posti di lavoro? Poi e' il Movimento 5 Stelle a voler distruggere l'economia ..."

Le opposizioni, "è un'arma di distrazione dal caos in cui è precipitato il governo"

Per le opposizioni, infine, la nuova battaglia contro la droga di Salvini altro non è che un'arma di distrazione dal caos in cui è precipitato il governo. "Io credo e iscrivo quella battuta di Salvini come l'ennesima bomba di distrazione di massa. Un ministro degli Interni vero non dovrebbe di queste bufale ma dell'aumento delle ore di cassa integrazione", ha attaccato il segretario del Pd, Nicola Zingaretti. "Mancano 18 giorni alle elezioni europee e gli italiani sono costretti a perdere tempo ascoltando Lega e M5s, che oggi hanno deciso di litigare sui negozi di cannabis light o sull'invito all'editore di Casapound al Salone del libro", ha lamentato, dal canto suo, la vice presidente della Camera, Mara Carfagna (Forza Italia). "Lo fanno, ancora una volta come il piu' triste dei copioni già scritti, per distrarre dai disastri economici che hanno fatto e che stanno continuando a fare".  "Ricordavo Salvini leader dei comunisti padani, ed era libertario, ora lo ritrovo reazionario ma con il fucile a tappo", ha rilevato, per +Europa, Benedetto Della Vedova. "Nel Paese della criminalità organizzata che gestisce il traffico di cocaina e di eroina - ha aggiunto - prendersela nemmeno con la cannabis, ma con quella a basso contenuto di Thc, e' grottesco. E' come sparare col fucile a tappo per sviare l'attenzione da tutti gli altri problemi".     Intanto gli annunci di Salvini hanno già fatto una vittima: a Torino è stato annullato il Festival della Canapa, in programma dal 17 al 19 maggio, mentre la Lega chiede l'annullamento di una manifestazione simile in programma a Pisa. 

Torino: "sì a coltivazione uso medico su terreni comunali"

Oggi, spiega il documento, gran parte del prodotto è importato dai Paesi Bassi e da altri stati, ad un prezzo molto elevato, circa il doppio rispetto a quelli indicati dal Ministero (5.93 euro al grammo per il costo di produzione della sostanza attiva e 9 euro al grammo per a vendita al pubblico delle infiorescenze di Cannabis). Ritenuto importante che coltivazione e trasformazione della Cannabis ad uso medico rimangano a gestione pubblica, per calmierare i prezzi e controllare qualità e quantità del prodotto, il documento segnala come il Comune di Torino possieda aree che potrebbero utilmente essere adibite alla coltivazione della Cannabis, quali il vivaio di Regio Parco e l’istituto Bonafous, sulla collina di Chieri. Ragion per cui, la mozione approvata in Sala Rossa invita "l’Amministrazione comunale ad attivare le procedure necessarie per ottenere l’autorizzazione a coltivare la Cannabis ad uso medico e veterinario, chiedendo al Governo di stanziare fondi per formazione del personale e messa in scurezza delle aree di coltivazione". Il documento chiede anche il coinvolgimento delle associazioni dei malati e dei medici prescrittori nel ciclo di produzione dei farmaci, per ottenere i giusti dosaggi e varietà per le diverse terapie, sempre nell’ambito delle norme vigenti. Infine, si propone un’interlocuzione con l’Università (che ha da tempo avviato un Gruppo di studio Cannabis interdisciplinare) e un’attività di informazione verso medici, veterinari, farmacisti e pazienti su l’uso terapeutico della Cannabis e sulle modalità di prescrizione.

Torino dice si alla coltivazione di cannabis a uso medico su proprietà comunali. Lo ha deciso oggi all'unanimità il Consiglio comunale, che ha votato una mozione sull'argomento. ll documento parte dalla premessa che in Italia l’uso della Cannabis a scopo terapeutico è consentito dalla legge, con l’inserimento dei “medicinali vegetali a base di Cannabis” nella tabella del Ministero della Salute, con relativo riconoscimento dell’efficacia terapeutica del principio attivo Thc e di altri due analoghi farmaci di origine sintetica. La Regione Piemonte, aggiunge il documento, il 15 febbraio 2016 ha diramato le disposizioni per l’uso terapeutico della canapa, in particolare il trattamento ospedaliero e domiciliare, la prescrizione medica e la relativa spesa, per determinate condizioni patologiche. I farmaci cannabinoidi sono usati nel trattamento sintomatico di sclerosi multipla, lesioni del midollo spinale, effetti collaterali di chemioterapia, radioterapia e terapie per HIV, glaucoma, sindrome di Tourette e altre patologie, con distribuzione tramite farmacie ospedaliere e no e per un totale stimato di circa ventimila pazienti in Italia. Anche in ambito veterinario è stata avviata una sperimentazione. La legge stabilisce inoltre la possibilità che il Ministero della Salute individui altri enti o imprese autorizzati alla coltivazione e trasformazione della Cannabis, qualora l’attuale produzione dello Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze risulti insufficiente, come di fatto è.

 Mantero (M5s): “Salvini non ne sa nulla, fa marketing“

"Salvini non sa distinguere un fiore di canapa industriale senza effetti psicotropi dalle 'droghe' come le chiama lui... ma di marketing ne sa a pacchi, probabilmente le vendite del suo libro non vanno bene e punta ad una percentuale su quelle del mio romanzo. Lo aspetto domenica 12 al Salone Internazionale del Libro allo stand di Bibliotheka Edizioni così gli faccio una dedica su una copia di Falene e gli spiego un paio di cose sulla canapa". Così su Facebook il senatore M5s, Matteo Mantero, firmatario della proposta di liberalizzazione della cannabis, replica al ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che ha chiesto a M5s di ritirare la proposta di legge. 

Negozi Macerata chiusi perchè superata soglia di Thc

I due cannabis shop chiusi per 15 giorni su disposizione del questore di Macerata, Antonio Pignataro, ed entrambi a Civitanova vendevano prodotti con un contenuto di Thc non consentito. Per legge è invece ammesso il commercio di prodotti a base di canapa purché il loro contenuto di Thc (il Delta-9-tetraidrocannabinolo ndr) sia inferiore allo 0,6% I due titolari erano stati già denunciati per spaccio. Ad oggi sono sette i negozi di cannabis light chiusi nella provincia, mentre un analogo provvedimento è stato preso in provincia di Ancona. Nei due shop civitanovesi c’erano stati prima i sequestri di alcuni prodotti contenenti infiorescenze di canapa (con una presenza di thc di 0,8 grammi, ndr.), poi è arrivata la denuncia dei titolari e, questa mattina, il provvedimento di chiusura temporanea. Secondo il questore, questi negozi potrebbero tranquillamente vendere shampoo e saponi, ma non le infiorescenze senza le quali, però, non coprirebbero le spese”. “La cannabis legale non esiste – ha sottolineato Pignataro – e il contenuto di 0,5 thc è ingannevole”. Il questore ha anche parlato di “una filiera istituzionale che ha funzionato”, facendo un riferimento diretto alla stretta collaborazione con la procura di Macerata, e di “una risposta concreta a tanti genitori preoccupati per la diffusione di questi prodotti”. Sulla cannabis light è prevista per il prossimo 30 maggio una sentenza delle sezioni unite della Corte di Cassazione, che darà un indirizzo sulle modalità di vendita dei prodotti.

Lega, “contrasto droga parta anche dalla scuola“

"Il contrasto allo spaccio e all'utilizzo delle droghe deve partire da corrette azioni di prevenzione rivolte ai nostri ragazzi anche sui banchi di scuola e l'educazione civica può essere la cornice ideale per questo confronto. Molti dei ragazzi curati nelle comunità di recupero hanno una storia di dipendenza che inizia con un primo contatto con le sostanze già a 11 anni. La sostanza primaria per la quale arrivano a chiedere aiuto ai servizi per le dipendenze è la cannabis, che spesso è la porta per sperimentare in seguito tutte le altre sostanze psicoattive presenti nel mercato: cocaina, eroina, Lsd, anfetamine, crack, psicofarmaci". Lo dichiarano i deputati della Lega Massimiliano Capitanio e Angela Colmellere, primo firmatario e relatrice della proposta di legge sull'educazione civica. "Alle azioni di informazione, condivisione e prevenzione - sottolineano Capitanio e Colmellere - il mondo della scuola deve promuovere l’attenzione verso i comportamenti a rischio e le condotte che inducono all’abbandono precoce del percorso scolastico. Spesso è proprio nella scuola che si evidenziano i primi segnali dell’abuso di alcol e droghe - calo del rendimento scolastico, assenze ingiustificate, cambiamenti comportamentali - che, se colti sul nascere, permettono un intervento precoce".

 

 

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