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Politica
Caso Romeo, delega alle partecipate capitoline. Ecco come la Raggi lo promuove

La nomina di Salvatore Romeo a capo della segreteria politica di Virginia Raggi aveva ricevuto molti avvertimenti sul fatto che l'atto potesse configurare l'ipotesi di abuso d'ufficio, ma la prima cittadina capitolina andò avanti senza "sentire ragioni". Dopo aver ascoltato l'ex capo di gabinetto Carla Raineri, Salvatore Romeo e la stessa Virginia Raggi, i Pm romani fanno luce sulla complessa vicenda che ha portato ad iscrivere nel registro degli la sindaca grillina. Salvatore Romeo, secondo quanto ricostruisce il Corriere della Sera, aveva ricevuto da Virginia Raggi anche l'assegnazione di una delega speciale, quella riguardante "i rapporti con gli Enti Pubblici e soggetti partecipati a vario titolo da Roma Capitale" che si rivelò uno degli elementi decisivi nel provocare il primo addio pesante alla giunta romana. Quello del super assessore al bilancio Marcello Minenna, scelto per gestire quel settore strategico per il Campidoglio.

Ci furono almeno tre riunioni durante le quali Virginia Raggi - ricostruisce il Corriere della Sera - fu messa in guardia dai rischi "anche penali" della sua scelta che poteva provocare una contestazione di abuso d’ufficio. Ma — hanno raccontato svariati testimoni — "alla fine, anche grazie all’appoggio di Luigi Di Maio, decise di confermarla pur nella consapevolezza che gli altri avrebbero dato le dimissioni".

"Con Virginia avevo un rapporto di amicizia e profonda stima", ha dichiarato Salvatore Romeo ai magistrati, racconta ancora il quotidiano di Via Solferino - che gli chiedevano la natura della sua relazione. Ma questo non basta evidentemente a spiegare né il ruolo speciale che gli fu affidato, né la sua scelta di intestarle due polizze da 30mila e da 3mila euro. Secondo il suo legale, durante l’interrogatorio Romeo avrebbe detto che "i beneficiari delle polizze — che attualmente sono una decina — erano tutti all’oscuro". Versione però smentita dall’ex fidanzata Alessandra Bonaccorsi che pubblicamente ha raccontato di essere stata informata del regalo dallo stesso Salvatore Romeo.

Sulla nomina di Salvatore Romeo, per cui è attesa una "memoria" che l'interessato ha preannunciato ai magistrati, la sindaca e l'ex capo segreteria devono chiarire ulteriormente i passaggi della procedura scelta, perché Salvatore Romeo fu messo "in aspettativa" da dipendente con stipendio pari a 39mila euro l’anno e poi assunto nuovamente dal Comune come dirigente con un emolumento di 110mila euro. Ma soprattutto senza che ci sia stata alcuna consultazione con gli altri collaboratori della sindaca. Un iter i cui dettagli gli interrogatori fiume dei due protagonisti non sono riusciti a chiarire totalmente. 

Il Corriere spiega sempre che le anomalie della procedura sono state evidenziate dall'esposto in Procura presentato dall'ex capa di gabinetto Carla Raineri, in cui il magistrato con competenze finanziarie inizialmente scelto nella squadra di Virginia Raggi dice che "la posizione di Salvatore Romeo era stata (deliberatamente?) inserita all’interno di una più vasta delibera contenente altre due posizioni e l’emolumento non era stato “deliberatamente” esplicitato". Nomina sui cui la Raineri aveva provato a far luce, chiedendo pareri ad alcuni giuristi "tutti contrari", rifiutati dalla Raggi.

Di più. La Raineri spiega ai Pm come la pratica non sia passata dal suo ufficio, e che il "visto" alla delibera sia stato apposto da Gianluca Viggiano, ex finanziere e in passato collaboratore di Marra, anziché dalla responsabile dell’ufficio del Personale, ma anche su questo non viene presa in considerazione.

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