Berlusconi: "I soldi a Veronica? Toghe femministe". Il tribunale di Milano: "Non dileggi i giudici"
"Comuniste e femministe". L'ex premier Silvio Berlusconi aveva definito così, nello studio di Lilli Gruber a La7, i giudici che si sono occupate della causa di separazione con Veronica Lario. E adesso arriva la reazione dei magistrati, che invitano a evitare il "dileggio" delle toghe.
Con un comunicato, il presidente della Corte d'appello di Milano, Giovanni Canzio, e il presidente del tribunale, Livia Pomodoro, "intendono respingere con fermezza ogni insinuazione sulla non terzietà delle giudici del tribunale, componenti del collegio giudicante nella causa Bartolini-Berlusconi (Bartolini è il vero cognome della Lario), essendo a tutti nota la diligenza e la capacità professionale delle stesse, quotidianamente impegnate nella fatica della giurisdizione nella delicata materia del diritto di famiglia".
Inoltre i due magistrati "rammentano che la raccomandazione del Comitato dei ministri della Giustizia del Consiglio d'Europa prescrive ai rappresentanti dei poteri esecutivo e ligislativo di evitare, nel commento delle decisioni dei giudici, ogni espressione di dileggio che possa minare la fiducia dei cittadini nella magistratura e compromettere il rispetto sostanziale delle medesime decisioni". In particolare, concludono Canzio e Pomodoro, "le norme del Codice di rito civile consentono agli interessati di impugnare i provvedimenti giudiziari e sulla relativa impugnazione la Corte d'appello eserciterà, come di consueto, il puntuale controllo critico della decisione di primo grado per i profili della legittimità e del merito".
POMODORO, AVVILITA COME DONNA PER FRASI EX PREMIER - Si definisce "avvilita come donna" il presidente del tribunale di Milano Livia Pomodoro con riferimento alle affermazioni fatte da Silvio Berlusconi secondo il quale le giudici che si sono occupate della sua causa di separazione con Veronica Lario sono "comuniste e femministe". "Penso che le donne in magistratura - spiega Pomodoro - hanno dimostrato in questi anni di essere capaci di esprimere una potenzialita' positiva per giudicare e di esercitare la difficile arte del giudizio e non capisco perche' le si debba dileggiare e prendere posizione su una sentenza per il solo fatto che e' stata pronunciata da giudici di genere diverso. E' un aspetto molto avvilente - prosegue - per tutte le donne che, come me, vengono da molto lontano e hanno fatto di questa professione una testimonianza che non dipende dal genere". Inoltre, Pomodoro ha ribadito la "terzieta'" dei giudici del tribunale di Milano, a proposito dell'affermazione di Berlusconi che ha definito "comuniste" le giudici della causa di separazione. "E' l'attribuzione di una qualifica che non va bene - dice il presidente del tribunale - ognuno ha le sue idee ma i giudici debbono essere e sono terzi, anche se mi rendo conto che le loro decisioni possono non piacere a una o all'altra parte".