CATTOLICI IN POLITICA, TUTTO DA RIFARE
di Antonino D'Anna
"L'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare". Lo disse Gino Bartali, se lo staranno ripetendo adesso in tanti. Davanti al magro risultato della Lista Monti, tra 7 e 9% (e salvo eventuali alleanze in extremis), c'è da chiedersi se se lo stiano ripetendo il direttore dell'Osservatore Romano Gianluigi Vian, che ha espresso il suo endorsement con un pezzo sul giornale vaticano che avrebbe scatenato non poche critiche; il cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone che aveva alluso a lui in un'intervista qualche mese fa al TG1 dicendo di "stimare" le sue idee; Avvenire, il giornale dei vescovi, che aveva dato l'appoggio a Monti. Soprattutto chissà se "L'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare" se lo stanno dicendo il cardinale Angelo Bagnasco, presidente dei Vescovi italiani, e Andrea Riccardi, barbuto fondatore della Comunità di Sant'Egidio che tanto si è spesa in questo partito, mettendo a repentaglio la riuscita di Todi2. Parliamo di quel tentativo volenteroso, cioè, di formare un movimento trasversale cattolico e che è miseramente naufragato tra le polemiche per "eccessi di protagonismo", come hanno detto dal movimento ad Affaritaliani, oppure come disse l'ex portavoce di Todi2 Natale Forlani al Corriere: "Pochi giorni dopo Todi 2, qualcuno ha deciso di trasformare questa idea e questo progetto in un impegno diretto di tipo partitico e di allearsi per questo con Italia Futura e Montezemolo". Una decisione definita come: "Scelta del tutto legittima in sé, per carità, ma che è stata fatta senza che gli esponenti più importanti delle associazioni ne sapessero nulla". O ancora, con le parole di Forlani: "Un colpo di mano.
Non è questione di Monti o non Monti. Ma… una cosa è il voto alle elezioni e una cosa appiattire tutta la complessa ricchezza del mondo cattolico cercando di canalizzarla su un obbiettivo partitico".
"L'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare". Non sarà contento il cardinale Camillo Ruini, per 15 cruciali anni della vita politica italiana presidente dei vescovi tricolore e che aveva saggiamente pensato ad un trasversalismo capace di rappresentare i cattolici in tutto l'arco costituzionale dopo la fine della DC. Non sarà contento, chissà, monsignor Mariano Crociata che di Bagnasco è il vice e che l'anno scorso, durante un convegno romano sull'impegno cattolico in politica, ripeteva serenamente come fosse importante per il mondo cattolico la formazione di futuri politici in grado di tutelare i valori cattolici, testimoniarli e nel caso difendere quelli non negoziabili. Resta da capire che cosa succederà a CL. Ancora troppo presto per poter trarre una conclusione. Ma se davvero il Centrodestra dovesse stupire, per il movimento di don Luigi Giussani dovrebbe essere davvero un regalo insperato. E per i cattolici del PD un amaro risveglio.