Politica
Cena Obama-Renzi alla Casa Bianca, mischiare le carte a svantaggio dell'Ue
La "State dinner", massimo riconoscimento della Amministrazione Usa, concesso al presidente del Consiglio Matteo Renzi, è esemplare della tecnica ultima della comunicazione politica: mischiare le carte, il fumogeno che nasconde cosa sta succedendo. Risultato: l'apice della ricerca del consenso da parte di Renzi in vista del referendum del 4 dicembre, la debolezza e l'indebolimento dell'Europa, l'ingerenza degli Stati Uniti nelle scelte italiane ed europee.
La premessa è che l'Italia ha bisogno del cambiamento e che il sì al referendum dovrebbe essere accompagnato da una visione condivisa del Paese. Una continuazione dei sacrifici fatti sotto il Governo di Mario Monti e da sviluppare da quello di Enrico Letta. Ma gli italiani badano al proprio particolare (e come diceva Giorgio Bocca non sono poi così intelligenti).
Si prenda la Legge di Stabilità 2017. Dà vantaggi un po' a tutti: dopo gli insegnanti, oggi: medici, infermieri, giovani mamme, pensionati… Il che farà sforare da alcuni parametri in Europa, che già ha concesso deroghe per quanto fatto con gli sbarchi dei migranti e per il terremoto tra Marche e Lazio.
A ciò si aggiunga l'intervista a Mario Monti sul Corriere della Sera ("Non posso legittimare un modo di generare consenso basato sulle elargizioni", è il ragionamento dell'ex premier che annuncia il suo no al referendum). Intervista passata pressoché inosservata. Si aggiunga anche, sempre in termini di comunicazione surrettizia (ovvio tutto legittimo), la fiction su Rai1 "I Medici" (per sineddoche Firenze rimanda a Renzi). Infine, o meglio ciò che più importa, l'intervista a La Repubblica di Obama, che non solo plaude alla politica di Renzi, ma critica l'austerità dell'Europa.
Legittimo ma ingerente (non risultano prese di posizione dell'Unione europea su che cosa devono fare gli Usa nelle loro decisioni di economia). E sospetta a questo punto è l'uscita della Gran Bretagna, storica alleata degli Usa, dall'Unione europea. Come sospetto è che la finanza internazionale non abbia pesantemente attaccato la Borsa di Londra al momento di Brexit, come teorizzerebbero i fondamentali dell'economia. "Divide et impera" sembrerebbe la regola degli Usa. Si spera che l'Europa reagisca nel modo migliore, minimizzando l'incontro tra Obama (a fine mandato e che in otto anni non pare abbia rivoluzionato granché) e Renzi. L'Italia può avere bisogno del cambiamento, il sì è sicuramente, più tautologicamente ed hegelianamente, positivo del no, ma le cose si ottengono per via retta.