Il commento/ Caso Yara: caro Alfano, il tuo lavoro non è fare scoop
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
Incredibile, senza precedenti. Il ministro dell'Interno va in televisione e fa lo scoop: "Preso il killer di Yara". Roba da non credere. Infatti il procuratore capo di Bergamo, Francesco Dettori, sbotta e precisa: "Era intenzione della Procura mantenere il massimo riserbo. Questo anche a tutela dell'indagato in relazione al quale, secondo la Costituzione, esiste la presunzione di innocenza".
E se il presunto assassino fosse innocente? Come può un ministro laureato in legge ignorare banali precauzioni garantiste? Solo il lavoro di indagine consentirà di affermare che Massimo Giuseppe Bossetti è davvero il killer di Yara. E solo il terzo grado di giudizio potrà consentirci di affermarlo urbi et orbi. Stupisce quindi che un ministro dell'Interno si lasci andare a queste affermazioni che sanno tanto di annuncio ottimo per i tg ma che poco hanno a che fare con il diritto.
Angelino Alfano, l'ex delfino senza quid, ha voluto quasi intestarsi agli occhi degli italiani meriti che non ha. Il numero uno del Viminale ha bisogno di visibilità, non ci sono dubbi. Alle Europee ha superato di poco lo sbarramento e nei sondaggi post-elezioni è piombato sotto il 3%.
Renzi e il Pd se lo stanno mangiando a fuoco lento. Non può certo rompere e andare al voto, e quindi cerca in qualche modo spazi mediatici. Arranca, in modo goffo. Bene ha fatto il capo della Procura di Bergamo a stigmatizzare l'improvvido annuncio di Alfano. Il ministro, anziché cercare improbabili scoop con manie da protagonista, si occupi della Sicilia al collasso e dell'ondata di immigrati clandestini senza precedenti. Questo è il suo compito, così come la sicurezza e il disagio crescente delle forze dell'ordine. Lasci stare gli scoop e lasci lavorare i pm.