L'Italia muore ma Renzi e Silvio giocano con il Senato
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
Matteo Renzi esulta e twitta che ora nessuno può più fermare il cambiamento. Forza Italia si intesta le riforme ed è soddisfatta. Il tutto perché al Senato c'è stato il primo via libera alle riforme costituzionali. Diciamo subito, da oggi non cambia proprio un bel niente. Ci vorrà ancora il passaggio della Camera e poi, sempre che non ci siano modifiche, altri due voti di entrambi i rami del Parlamento e il referendum confermativo. Se va tutto bene se ne parla nella seconda metà del 2015. Ma intanto a Palazzo Chigi stappano lo spumante e ad Arcore festeggiano.
A dire il vero c'è ben poco da stare allegri. L'ok a Palazzo Madama è arrivato soltanto perché il Pd ha imposto e ottenuto dal presidente Grasso di limitare al massimo il voto segreto (Renzi cuor di leone!) altrimenti i vari dissidenti di sinistra e di destra avrebbero smantellato la riforma. Per non parlare del canguro o cangurino, applicato su input del premier e di Berlusconi per consentire ai senatori di andare in vacanza per Ferragosto ed evitare così brutte sorprese. Le opposizioni hanno fatto il loro lavoro ma hanno la colpa di essere divise e impreparate alla battaglia parlamentare.
La riforma in sé sembra un puzzle un po' pasticciato per accontentare gli uni e gli altri. Ma al di là del giudizio di merito, la cosa che più colpisce è che con l'Italia in una drammatica recessione e con lo spettro di una manovra correttiva e di un autunno lacrime e sangue Renzi, d'accordo con Berlusconi, abbia inchiodato un mese il Parlamento a parlare di una riforma lontana dai cittadini e che soprattutto non risolve nessuno dei gravi problemi delle famiglie italiane.
Una scelta incomprensibile e sbagliata. Un danno per il Paese che già soffre e non vede nessuna luce in fondo al tunnel. Non solo. A settembre anziché pensare all'occupazione e alle tasse (sempre altissime) il Parlamento discuterà della legge elettorale, ovvero dell'Italicum che interessa solo a Verdini e Guerini. Non ci siamo proprio. Se questo è il cambiamento e la rottamazione siamo proprio messi male. #renzinoncifregare, #renzicomeunacyclette