Il cortocircuito con l'Ue che imbarazza Letta e Pd
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
Il governo Letta ha due papà: Giorgio Napolitano e l'Unione europea. Ora succede che uno dei due genitori, quello che abita a Bruxelles, boccia senza appello la Legge di Stabilità, ovvero il provvedimento più importante dell'esecutivo. Un cortocircuito imprevisto e dalle conseguenze imprevedibili. Le opposizioni di M5S, Lega e Fdi attaccano e sparano sull'Ue. Il Pdl è nervoso e contesta Bruxelles, il Pd invece è in forte imbarazzo. Per la sinistra italiana, da Prodi (ex numero uno della Commissione) in poi, l'Europa è stata sempre un dogma. Una sorta di Bibbia da rispettare in modo acritico. "Lo ha detto l'Europa. Così vuole Bruxelles", le frasi più gettonate. Ma se un premier di larghe intese gradito proprio all'Europa viene sonoramente bocciato che succede? Letta da oggi è più debole. E' come se fosse stato diseredato e disconosciuto da uno dei suoi papà. La sovranità appartiene al popolo. Ma in tempo dell'Europa delle banche e della finanza la legittimità viene prima dalle istituzioni europee. E ora non c'è più. Un bel pasticcio, proprio grosso. Ora che si fa? Si cambia la Legge di Stabilità che già non è tenera e che scatena le proteste di piazza di studenti e sindacati? Si aumentano le tasse per rientrare col debito? E la crescita? E la ripresa, come la agganciamo? Il tutto mentre il governo già vacilla sulla questione della decadenza di Berlusconi. Peggio di così. Letta continua? Da oggi non ne siamo così sicuri...