Renzi e i post-it oscuri
Di Ernesto Vergani
L'ulteriore riconoscimento elettorale che gli italiani hanno conferito a Renzi (vittoria alle Regionali in Emilia-Romagna e in Calabria) dimostra che essi vedono poche alternative. Anche l'Europa chiude un occhio sui conti dell'Italia, che è sempre lì lì per eludere i parametri, il che prova che anche per Bruxelles alla fine manca l'alternativa.
Tutti sanno che l'Italia era paralizzata e serviva un rottamatore iper ottimista per provare a cambiare. Finora l'azione del governo si è sostanzialmente indirizzata sulle riforme del mercato del lavoro, della pubblica amministrazione e della giustizia civile. Tuttavia, a causa della crisi globale e della tensione in Ucraina (quest' ultima penalizza le esportazioni, fondamentali per la nostra economia), l'uscita dal tunnel si può solo intravedere lontanamente.
I consiglieri economici di Renzi asseriscono che le riforme comunque genereranno tra qualche anno risultati. Il premier ha affermato che a volte si sente come un post-it, nel senso di colui che deve spiegare. Post-it inflazionati, vista la presenza mediatica del presidente del Consiglio, quanto poco chiari, poiché gli italiani sono confusi circa le scelte del governo, pur apprezzandone l'approccio risoluto e premiandolo col voto.
Colpa anche di tanti commentatori che fomentano il qualunquismo dell'opinione pubblica (che paga sempre) ed evitano (o peggio non sanno) entrare nel merito. Errore anche dell'opposizione, dal centro-destra diviso ai sindacati. Entrambi poco chiari sia nelle prese di posizione critiche che in quelle propositive. Un atteggiamento che (oltre a evidenziare i limiti della classe politica) alimenta la poca comprensibilità di ciò che fa l'esecutivo Renzi e finisce per ingigantire la sua azione generandone persino meriti non voluti.