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Politica
"Con me o siete fuori dal Pd". Così Renzi ha 'unito' il partito

Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)

Per quale motivo la minoranza dem, dopo aver minacciato fuoco e fiamme tutta l'estate sul ddl Boschi, è rapidamente rientrata nei ranghi votando quasi sempre compatta (tranne qualche dissidente duro e puro) con i renziani a Palazzo Madama? Il motivo è davvero solo e soltanto l'accordo trovato prima dell'approdo del testo in Aula sull'articolo due? Non proprio. In realtà Matteo Renzi avrebbe fatto capire in modo più che esplicito ai ribelli della sinistra Pd che se avessero votato contro la maggioranza (come hanno promesso per mesi) ci sarebbe stata l'immediata espulsione dal Partito Democratico.

Un'ipotesi che avrebbe convinto i big della minoranza - da Bersani a Speranza - a sotterrare l'ascia di guerra e ad accettare il compromesso. Il premier si era già portato avanti stringendo l'accordo con i verdiniani di Ala, ma per evitare scivoloni in Aula ha anche utilizzato la minaccia nei confronti dei senatori dem ribelli. Bersani ha sempre escluso la scissione e conta, magari puntando su Speranza, di riconquistare la guida del partito. Ecco perché la sinistra del Pd ha ingoiato la pillola amara del compromesso al ribasso piuttosto che rischiare un'avventura a sinistra con Civati, Fassina e Sel senza al momento una chiarezza di prospettive e di obiettivi. Prossima battaglia la Legge di Stabilità. Renzi userà lo stesso metodo? E quanti rospi sarà disposta ad ingoiare la minoranza dem?

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