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Politica
Conte: "Mai detto 'Pezzi dello Stato contro di me'"
(fonte Lapresse)

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, non ha mai pronunciato la frase 'C'e' un pezzo di Stato che rema contro le riforme e contro il governo', come riportato oggi su alcuni quotidiani. Lo precisano fonti di Palazzo Chigi.

L'INDISCREZIONE SMENTITA DA PALAZZO CHIGI - L'emergenza Coronavirus in Italia non è ancora alle spalle, ma il governo è concentrato sulle coseguenze della malattia. Una grave crisi economica sta attraversando il Paese da Nord a Sud e adesso l'Esecutivo, come confermato anche nella direzione del Pd non può più sbagliare. Per questo il premier Giuseppe Conte sta riflettendo sul da farsi. Da una parte i tecnici che spingono per la prudenza, dall'altra la politica che insorge e chiede risposte. Il capo dell’esecutivo - si legge su Repubblica - è rimasto «colpito dagli attacchi» dei giorni scorsi. Scorge «manovre» per disarcionarlo, che vengono ordite su più fronti: “Ci sono pezzi dello Stato – burocrazia, apparati ministeriali, parlamentari e forze politiche – che lavorano contro il mio esecutivo”. E poi c’è dell’altro. C’è che si fida zero di Luigi Di Maio. A volte dubita un po’ anche di Dario Franceschini (che ieri ha parlato a lungo proprio con il ministro degli Esteri, a margine di un evento alla Farnesina). In fondo, il gelo su Colao ricorda molto quello che il capo dell’esecutivo riserva al Pd.

A due giorni dagli Stati generali il premier decide di ignorare ancora, esplicitamente il progetto della task force. Peggio: alle 21 di lunedì sera l’invito all’ex ad di Vodafone non è ancora partito – e non è detto che partirà, così fanno sapere – mentre l’agenda per il rilancio finisce in pasto ai media senza un passaggio formale, né una stretta di mano pubblica. Senza una parola del presidente del Consiglio o quella conferenza stampa congiunta promessa per un giorno intero in via informale e mai organizzata. L’amarezza di Colao - prosegue Repubblica - si nutre dei segnali espliciti che arrivano da Palazzo Chigi. Il manager non riesce a capire se il suo piano finirà nel progetto di rilancio del Paese a cui lavora Conte in gran segreto, pescando nel frattempo tra i suoi sei punti e lasciando trapelare che «ora tocca alla politica», come a chiudere brutalmente la fase dei tecnici. La nebbia che avvolge le intenzioni del premier su un lavoro durato mesi, insomma, lascia senza parole l’intera task force.

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