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Politica
Crollo dell’impero fittiano e il no dei berlusconiani a Fitto per le europee

LECCE - Il senatore Roberto Marti, ex braccio destro del leader di Noi con L’Italia, sta facendo crescere la Lega in Puglia giorno per giorno. Forza Italia è ancora il primo partito del centrodestra giù al sud, ma lo scenario politico è in continua evoluzione. L’impero fittiano è in rovina: la scommessa delle politiche non ha funzionato.

Cosa farà il capo sconfitto? Se lo chiedono da marzo i fedelissimi rimasti tra i fittiani. Oggi hanno avuto qualche dritta in una riservatissima riunione. Sono andati via quasi tutti i colonnelli che contano a Lecce. Alcune personalità sono rimaste perché non sanno dove andare. Altri vogliono ripartire da zero. Anche il fedelissimo Antonio Gabellone perderà la guida della Provincia di Lecce per scadenza naturale e il suo successore, probabilmente, non sarà fittiano. È il crollo di un impero. Il giorno dopo le politiche è stato un cataclisma. Nessun eletto e uno per cento realizzato nonostante le alleanze con Udc, ex alfaniani, ex renziani e chi più ne ha più ne metta. Però Fitto aveva il paracadute: quando quattro anni fa “militarizzò” il partito pugliese per farsi votare al Parlamento Europeo, non sapeva che sarebbe finita così. Pensava di sostituire Silvio Berlusconi, invece ha sostituito Raffaele Baldassarre, che ha dovuto soggiacere alla volontà del leader maximo.

Come ci si tira fuori da un massacro come quello dell’1,3 per cento totalizzato alle politiche con tutta la “compagnia riciclata”, tipo Lupi, Tosi e altri? Fitto insiste con ‘Noi con l’Italia’, ma sa che, tra un anno, per le europee c’è bisogno di altri numeri. Ecco perché negli ambienti di Forza Italia qualcuno è in allarme: si sono diffuse indiscrezioni su una possibile candidatura di Fitto nella lista di Forza Italia. “Sono contrario a far entrare nelle nostre liste Raffaele Fitto - spiega il senatore Luigi Vitali - Uscì fuori disprezzando il nostro partito e alle regionali perdemmo a causa delle sue scelte e della spaccatura che determinò. Fitto faccia la sua lista alle europee. Poi, se Berlusconi deciderà diversamente, io accetterò. Ma questa è la mia idea”. Insomma, in Forza Italia c’è chi alza gli scudi e propone personalità interne per le competizioni elettorali del 2019. Come farà Fitto a restare in sella? I dati  sembrano registrare un ulteriore calo del consenso per Noi con l’Italia, dopo le politiche.

Il leader fittiano ha incontrato i suoi sindaci in mattinata (Poggiardo, Casarano, Bagnolo e altri: 60 persone circa) e ha chiesto di restare uniti per le europee. Il problema è che dopo essere uscito dal partito di Berlusconi, con tutta una serie di problemi per la classe dirigente che lo ha seguito, ora si ritrova isolato. Nemmeno Tajani sembra interessato a combattere per Fitto, nonostante il leader magliese abbia cercato di tirarlo in ballo. L’avventura cominciata nel 2015 con la cacciata dal partito di Berlusconi sta finendo del peggiore dei modi. La Lega intanto avanza e il senatore Marti è la guida di questa avanzata pugliese che porta dentro al partito di Salvini tanti amministratori ex fittiani. A Fitto non resta che prapararsi la strada per tentare un bis in Europa con i forzisti o con Fratelli d’Italia in ultima istanza. È un’altra partita, è un’altra era per chi era abituato a comandare.

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