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Politica
Debito, Ue spaccata. Tremonti: "Riforma dopo il voto, Berlino viola le regole"

Patto di stabilità, l'Ue è spaccata sulla riforma voluta da Ursula

L'Europa è spaccata sulla riforma del patto di Stabilità. Il perché lo spiega la Stampa: "Nord contro Sud. Falchi contro colombe. Ma soprattutto: Parigi contro Berlino. La più classica delle divisioni, che taglia in due il Vecchio Continente lungo un asse orizzontale, è riemersa prepotentemente nella prima discussione ufficiale tra i ministri delle Finanze sulla riforma del Patto di Stabilità disegnata dalla Commissione europea. A dividere i due blocchi, la proposta di introdurre un target minimo annuale, uguale per tutti, per la riduzione del debito. Uno strumento che sembra però essere in contraddizione con lo spirito della riforma, basata su percorsi di rientro personalizzati e negoziati bilateralmente dalle singole capitali con Bruxelles. Ma per il fronte nordico si tratta di una questione fondamentale: bisogna garantire un taglio minimo del debito".

Il Patto che è stato sospeso certo che va cambiato. Ragione vorrebbe che, atteso realisticamente un cambiamento strutturale della politica europea, il passaggio si faccia dopo le elezioni europee". Ad affermarlo è Giulio Tremonti, presidente della Commissione Esteri della Camera, intervistato da 'La Stampa, in merito al dibattito sulla riforma del patto di stabilità disegnata dalla Commissione Ue. E Tremonti propone: "dopo le esperienze fatte con gli Eurobond con il Covid, è ragionevole che a fianco della necessaria riduzione dei debiti, si sviluppino le regole auree della golden rule. Una cosa più seria del cosiddetto debito buono, lo scomputo dal calcolo dei debiti a partire dagli investimenti nella difesa e per l'ambiente. Non è molto diverso da quanto proposto nel 2003 con gli Eurobond parlando di infrastrutture e difesa militare".

"Tagliare il debito è giusto - osserva Tremonti - Ma prima di decidere come farlo bisogna chiedersi come è nato. E perché è cresciuto così tanto nel corso del decennio. Dobbiamo capire di chi sono le responsabilità e come la Bce ha praticato il surrealismo in stile Picasso. Senza anamnesi non si può arrivare a una diagnosi" sostiene a fronte della richiesta della Germania di modificare il patto di stabilità con un meccanismo automatico di riduzione del debito. .

"Oggi vediamo che il 'whatever it takes' è diventato whatever it mistakes' - aggiunge l'ex ministro dell'Economia - con la Bce che finanzia i governi comprandone i debiti pubblici, con i tassi che vanno sotto zero, con il passaggio da miliardi a migliaia di miliardi. Tutto questo è stato come il passaggio della pittura al surreale Picasso Style. Con i vizi al posto delle virtù, i liquidi al posto dei solidi, i debiti al posto del capitale. La Bce ha comprato i debiti del governo aggirando la basica regola dell'euro che lo vieta".

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