Deludente performance di Meloni a Cutro. Governo nervoso e diviso
Meloni si presenta a Cutro in ritardo e ai calabresi offre il volto di un esecutivo timoroso e diviso
Starge di migranti, il governo a Cutro
La vignetta, disegnata, sul Corriere della Sera da Giannelli, con Meloni sulle spalle di Piantedosi- il ministro gaffeur e gelido sulle 72 vittime di Cutro - ha fotografato bene la deludente performance della premier in Calabria. A 12 giorni dalla strage dei migranti, la Presidente non ha invitato il Sindaco e non ha reso omaggio alle vittime, in primis ai bimbi, ricordati dai calabresi con il commovente lancio di peluche.
La conferenza-stampa è stata definita da cronisti non malevoli “una baraonda molto deludente”. Perchè i ministri più esperti, come Crosetto, non hanno avvertito Meloni che sarebbe stata incalzata dalle domande insistenti dei cronisti?
In politica, un’efficace comunicazione è più importante di roboanti quanto vaghi annunci (“inseguiremo gli scafisti in tutto il globo terracqueo”). La Presidente avrebbe dovuto piombare, con Mattarella, all’indomani della strage, ringraziare i soccorritori, sostare davanti alle bare ed esprimere solidarietà ai familiari delle vittime. Si è presentata, invece, in ritardo, inseguendo la Schlein, in un paese blindato, presentando ai calabresi il volto di un esecutivo timoroso, diviso e nascosto dietro uno schieramento imponente di poliziotti, con sirene sulle auto blu, mai viste neppure durante gli arresti dei boss.
E l’infido alleato, Salvini, ha rivendicato l’ok alla linea della durezza. L’opposizione non ha vinto, ma anche in politica, come nel calcio (è capitato al Napoli dei record), alla capolista e al suo allenatore, all’esordio, può capitare una sconfitta. L’auspicio è che non indebolisca l’Italia in Europa, dove non basta confidare nei problemi, in Francia, di Macron.
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