Di Maio, populista “arruffapopolo”, intimidisce i sindacati - Affaritaliani.it

Politica

Di Maio, populista “arruffapopolo”, intimidisce i sindacati

Preoccupante che lo faccia il vicepresidente della Camera

 

L’ uscita sui sindacati del candidato “Presidente del Consiglio” dei Cinque Stelle, Luigi Di Maio, è inquietante: “o si riformano da soli o li riformiamo noi”.

E lo è per diverse ragioni.

La prima è che i sindacati, pur con tutti i loro limiti, hanno però un ruolo determinante nella gestione dell’equilibrio democratico di un Paese e che solo nei regimi autoritari il potere politico agisce per limitarne l’azione nei termini e nei modi che sono stati espressi dal vicepresidente della Camera, che, oltretutto, è nel pieno delle sue alte funzioni istituzionali.

La seconda è che la proposta non viene fatta da un oscuro peones di provincia, ma da Luigi Di Maio che appartiene al partito in testa ai sondaggi.

Di Maio, oltretutto, non ha dato finora garanzie di affidabilità a causa sue ormai famose gaffe e boutade che non stiamo qui a riportare e che ognuno conosce.

E far gestire meccanismi così delicati, come appunto sono i sindacati, alla politica e soprattutto a Di Maio non può non lasciare perplessi e preoccupati.

Su questo tema non c’è stato il necessario focus media, forse desensibilizzati da mesi e mesi di proclami senza né capo né coda a cui ci hanno assuefatto i Cinque Stelle.

Ed invece sarebbe necessario parlarne di più e sensibilizzare la pubblica opinione perché, non dimentichiamolo, Di Maio e Grillo sono quelli che la stampa, se potessero, la chiuderebbero visto quello che il comico genovese dice dei giornalisti, l’ultima ad esempio- il “volerli mangiare per il gusto di vomitarli”.

Di Maio è un populista “arruffapopolo”, ma proprio da essi in tutta la storia dell’Italia sono venuti grandi guai per il Paese.

Occorre quindi non sottovalutarlo.