Divorzio Renzi-Calenda, ora Matteo pensi a portare la pace tra Kiev e Mosca
Archiviato il Terzo Polo, Matteo Renzi, che non manca certamente di coraggio e anticonformismo, potrebbe fare suo il referendum Ripudia la Guerra
Manifestazioni popolari organizzate da politici di sinistra (Rizzo), destra (Berlusconi) e centro (Renzi) renderebbero giustizia alle decisioni controverse del governo. Commento
Tra i troppi galli nel pollaio, come constatiamo ogni giorno, continua a spuntata una gallina. Prendiamo il duello rusticano tra Renzi e Calenda ad ali alzate, furibonde beccate, senza seguire il codice cavalleresco e con ampissima e ricercata pubblicità, al contrario dei duelli tradizionali che si facevano (o si fanno) in campagna, di nascosto. Dal partito unico, l'ambizioso Terzo Polo, che in teoria avrebbe avuto praterie di voti moderati del centro, quando il Pd sembrava di sinistra e la Meloni & Co sembravano di destra, ora, titolano i giornali, tra i due galli "volano gli stracci".
Così sembra svanire la possibilità di un'opposizione alla Meloni che si pensava potesse andare da Fratoianni, Speranza, PD, Conte a Renzi e Calenda. E, tutti i possibili oppositori, preoccupati, esprimono la stessa preoccupazione: "Se continua così, ci teniamo la Meloni per vent'anni!" Perché, proprio vent'anni? Forse per non ritenerla inferiore al Duce...
Ettore Martinelli, in una rubrica dal titolo azzeccato "Senza infingimenti", scrive: "Il Terzo polo è un duo comico che non fa ridere". Dopo aver ricordato gran parte dei salti mortali, delle inversioni di rotta, delle affermazioni perentorie puntualmente dimenticate, ultimamente le assicurazioni di Renzi "Tra noi ci sono solo scintille. Con la guida di Calenda, dobbiamo salvare il Paese", Martinelli, di fronte al duello rusticano tra i due galli, chiede "E adesso?" e risponde "Adesso nascondetevi...".
Figuriamoci! Consiglio-esortazione inutile. C'è chi vede nel comportamento della coppia scoppiata una precisa strategia: più rumore fanno, più diventano popolari. Dopo un po', gran parte della gente dimentica le giravolte e resta la popolarità.
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