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Politica
Dl elezioni, maggioranza tira sospiro di sollievo ma restano timori su tenuta
(fonte Lapresse)

La maggioranza tira un sospiro di sollievo. Tutto e' andato liscio. Il decreto Elezioni e' stato approvato in via definitiva e la maggioranza ha retto, e' la lettura che si fa alla fine dei lavori del Senato. Anche se questa mattina, a seduta dell'Aula gia' avviata, non tutti i timori su un possibile incidente erano stati accantonati. Fino all'ultimo, viene raccontato, i senatori addetti a tenere i conti sulle presenze non se la sono sentita di sbilanciarsi: "Puo' succedere di tutto, visto come e' andata ieri", e' stato lo sfogo. Molti, infatti, i parlamentari di maggioranza che ieri sera, quando e' arrivata la notizia della ripetizione del voto, avevano gia' fatto rientro a casa fuori Roma.

Tanto che c'e' chi confida che la discussione accesa che ha impegnato l'Aula di palazzo Madama questa mattina prima della ripetizione del voto di fiducia dopo l'annullamento della votazione di ieri per mancanza del numero legale, non e' stata affatto solo un caso dettato dalla tensione ancora palpabile. Ma piuttosto anche una sorta di escamotage per consentire a tutti di rientrare nella Capitale in tempo per il voto. Il pericolo scampato, pero', non basta a rasserenare gli animi. I dubbi e le preoccupazioni sulla tenuta della maggioranza, soprattutto al Senato, restano.

E fanno guardare ai prossimi appuntamenti dell'Aula, soprattutto il voto sul Mes ma anche l'esame del decreto Rilancio, con una certa apprensione. I timori maggiori si respirano tra i dem, che guardano con preoccupazione a quello che definiscono lo "sfilacciamento" dei 5 stelle. Tra i senatori dem c'e' chi riferisce che tra gli assenti ieri in Aula al Senato c'erano soprattutto i 'malpancisti' pentastellati. Non si fanno nomi, ma e' nella 'fronda' dei 5 stelle piu' vicina alla linea barricadera di Di Battista che si guarda. La domanda che circola nei corridoi di palazzo Madama e' la stessa: "Il Movimento 5 stelle quanto reggera' ancora?". Del resto, la maggioranza al Senato si regge davvero su una manciata di voti, e se dovessero arrivare nuove defezioni, ad esempio tra i pentastellati, "allora saremmo in guai seri", osserva un senatore. A innervosire la maggioranza, poi, c'e' la conduzione dell'Aula da parte della presidente Casellati, oggi finita nel mirino di diversi interventi. "E' troppo schiacciata su Salvini", e' l'accusa. 

E poi c'e' chi imputa qualche responsabilita' anche all'elevato tasso di polemica con le opposizioni. Non che il centrodestra faccia mancare motivi di discussione, viene osservato da alcuni senatori di maggioranza, "ma sicuramente questa continua tensione non aiuta". Un invito esplicito ad abbassare i toni arriva da Luigi Di Maio: "In questo momento, la politica tutta deve abbassare i toni dello scontro e mostrarsi responsabile". Insomma, i motivi per non dormire sonni tranquillissimi ce ne sono, viene spiegato, anche se oggi "la maggioranza ha dimostrato di essere compatta", rivendica il ministro Federico D'Inca'.

E lo stesso presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha voluto rivolgere alle forze che sostengono il governo i suoi complimenti: "Quando ieri sera sono stato avvertito che in Senato sareste stati richiamati a votare alle 9,30, ho pensato 'mission impossible'. Invece chapeau, se ci siete tutti, siete stati davvero bravi'", avrebbe detto ai capigruppo riuniti stamane con D'Inca' prima del voto. Eppure il malessere c'e', e non viene nascosto. Anche nei confronti dello stesso esecutivo. "Troppi decreti, troppi voti di fiducia", e' il ragionamento. "E noi qui chiamati a tenere duro, senza neanche metter bocca su tanti provvedimenti". C'e' poi chi, tra senatori Pd e M5s, non nasconde un misto di irritazione e amarezza per i continui distinguo dei renziani. Non sono piaciute, ad esempio, le parole di ieri dell'ex premier, quando ha accusato la maggioranza di aver voluto "fare la prova di forza e i numeri non c'erano".

E anche la rivendicazione "continua", si osserva, sull'essere determinante di Iv: "Per la seconda volta in due giorni Italia viva e' decisiva per salvare il Governo Conte in Senato. Adesso ci aspettiamo uno scatto di concretezza dall'esecutivo: passiamo dalle parole ai fatti, specie per l'emergenza economica", afferma infatti oggi Matteo Renzi. Ad acuire le tensioni interne, infine, c'e' anche la partita sul rinnovo delle presidenze delle commissioni parlamentari. Il tutto dovrebbe chiudersi entro fine mese, ma la composizione del puzzle non e' ancora arrivata a buon punto. M5s dovrebbe conservare tutti i presidenti; al Pd dovrebbero andare 4 commissioni (circolano i nomi di Pinotti, Parrini, Stefano e Taricco o Pittella). Iv ne rivendicherebbe, viene spiegato, almeno tre, tra cui la presidenza della Bilancio alla Camera, ora in mano alla Lega, per la quale si fa il nome di Marattin. Ma le altre forze di maggioranza frenano: se Iv prende una commissione di 'peso' come la Bilancio, e' il ragionamento, allora avra' solo un'altra commissione.

 

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