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Politica
Draghi e la dura sorte del sovranismo La destra italiana in fibrillazione
(fonte Lapresse)

Come si può passare dal Basta Euro al Whatever it takes (“costi quel che costi”) per salvare l’euro, frase simbolo di Mario Draghi alla guida della BCE? Non è un problema di poco conto, soprattutto per Salvini. Se infatti l’ala federalista e imprenditoriale del partito vede di buon’occhio l’entrata in scena di Draghi – così non è per la base elettorale, il popolo delle sagre, il cuore pulsante dei votanti.

Potrà essere ottimale per Berlusconi, in fondo Forza Italia non è stata mai organica al quadro sovranista, e potrebbe andare ancora meglio per la Meloni e Fratelli d’Italia; se restasse l’unica forza parlamentare di destra all’opposizione di questo esecutivo tecnico (o tecnico-politico che sia, la sostanza non cambia), allora sì che mieterà consensi al prossimo giro di urne.

Sorte simile per i 5Stelle, restare all’opposizione (se non subiscono scissioni), porterebbe nel medio-lungo periodo un ripristino di quella verginità dura e pura perduta, magari invertendo la curva del declino di questi anni. Quando Salvini dice “Draghi scelga noi o il M5S”, potrebbe risultare un errore di valutazione. Se accetti di starci dentro un Esecutivo simile, dovresti sperare che sia il più esteso possibile l’arco parlamentare al suo seguito, per non regalare un vantaggio competitivo agli avversari.

Governare col PD e Italia Viva, in un sistema polarizzato come il nostro, sarebbe vissuto come un tradimento. Difficilmente si potrà sopperire a questo con una sintesi di programma, viste le sensibilità in gioco diametralmente opposte. Vero che quello di Draghi è un “altissimo profilo” in ambito finanziario ed economico, ma questo non fa che accrescere la questione.

L’ex Ministro delle Finanze Ellenico Gianīs Varoufakīs in un’intervista per Radio Popolare ha ammonito: "Personalmente ricordo bene quando Draghi è stato decisivo nella chiusura dei bancomat in Grecia, così da impedire che il popolo greco decidesse liberamente nel Referendum in cui si decideva la posizione da tenere nei confronti di Bruxelles. Penso che ogni democratico in Italia debba opporsi al suo Governo”.

Per molte imprese potrebbe significare – la nascita di questo Governo – la fine degli aiuti pandemici. Tempo fa (Draghi) auspicò che si facessero “scelte difficili” per non alimentare “aziende zombie”, quindi indirizzare i sussidi soltanto verso quelle realtà che post Covid-19 potranno stare ancora in piedi. Identica posizione espressa proprio da Monti, un paio di settimane fa:“Per molte attività sarebbe meglio che lo Stato favorisse la ristrutturazione o la chiusura, con il necessario accompagnamento sociale, per destinare le risorse ad attività che si svilupperanno, invece che a quelle che purtroppo non avranno un domani”.

Lega e FDI si espressero duramente in merito. Meloni: “La soluzione che propone Monti è semplice: far fallire le partite Iva e la piccola impresa italiana. (…) Non possiamo permettere a questa gente di massacrare ulteriormente le piccole imprese. Elezioni subito per dare all’Italia un governo di Patrioti che difenda la libertà e il lavoro degli italiani”. Salvini: “I grandi progetti del governo Conte-Monti-Mastella per commercianti, artigiani, partite IVA e piccole imprese in difficoltà: aiutarle? No, farle chiudere per sempre! Soprattutto in bocca a un SENATORE A VITA sono parole incredibili e vergognose”.

Draghi alla luce di ciò può essere una seria minaccia per la sopravvivenza politica di chi oggi incarna gli idiomi tricolori. La sensazione è che chi resterà fuori diverrà il nuovo simbolo della resistenza “locale vs globale”.

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