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Politica
Draghi? Molto simile a Conte, ma stavolta Renzi fa il bravo

La Lega non è la sola forza politica di maggioranza ad essere in forte confusione. E’ vero, la modalità partito di lotta e di governo fa più rumore, almeno come percezione. Ma se si guarda dalle parti di Italia viva non è meno clamoroso il nuovo corso in nome di super Mario. Anzi, fa ancora più specie soprattutto se si riavvolge il nastro e si mettono in fila tutti i veti e i muri che i renziani avevano innalzato di fronte all’esecutivo Conte. Critiche che alla fine hanno portato dritto proprio alla destituzione dell’avvocato del popolo da Palazzo Chigi.

Italia viva in versione “va tutto bene madama la marchesa”, quindi, adesso non fiata più sul Mes che era diventato negli ultimi scampoli dell’esecutivo giallorosso una questione di vita o di morte. “Al momento il livello dei tassi d’interesse è tale che prendere il Mes non è proritario”. Draghi dixit, illustrando il 20 marzo scorso il decreto sostegni. E poi ancora "Quando avremo un piano sulla sanità condiviso dal Parlamento e dall'opinione pubblica allora ci chiederemo se vale la pena, prenderlo senza avere un piano può significare buttare via i soldi". Poche parole, un messaggio netto, ma è bastato a convincere tutti i renziani. Non fa nulla se le motivazioni non sono dissimili da quelle addotte anche da Conte. Evidentemente, Draghi è Draghi. E val bene un cambio di linea o una arrampicata sugli specchi. Le parole di Ettore Rosato, coordinatore di Iv, ne sono la prova: "Rivendico ancora oggi la necessità del Mes, ma ammetto che è molto meno necessario di prima. E' un prestito a condizioni agevolate ed essendo la percezione di solidità dell'Italia migliorata agli occhi dei mercati, il Mes è meno necessario di prima”.


Ma Italia viva non si agita più neppure sulla famosa cabina di regia del Recovery che sarà accentrata a palazzo Chigi e per la quale invece Conte finì sul patibolo. Rischi di “pieni poteri” adombrati da Matteo Renzi a dicembre scorso in una intervista a El Pais, a quanto pare, ora non se ne scorgono dalle parti di Rignano. Ma è il Pnrr stesso la principale fonte di imbarazzo di Iv, anche se i renziani non possono dirlo. E di rospi sul Piano ne hanno già cominciati a ingoiare tanti. Avranno, chissà, masticato amaro quando il premier ieri in Aula alla Camera ha scandito che il lavoro fatto ha "grandemente beneficiato dell'azione già svolta dal precedente governo". Ma l’importante è, per dirla con Maria Elena Boschi, che adesso “abbiamo un piano credibile in Ue”. Ma soprattutto “ha un’anima e una visione. Anima e visione che prima non c’erano. Punto”, scrive il leader di Iv nellaenews. Prima dell’ulteriore excusatio non petita:  “Questa è la differenza più grande rispetto all’esecutivo precedente e alle polemiche del mese di dicembre 2020”.

E che dire del lavoro in Cdm col favore delle tenebre ai tempi del governo giallorosso sul quale Iv ha sempre puntato l’indice? Anche il Consiglio dei ministri che ha approvato il Pnrr si è concluso a tarda notte, ma nessun appunto è arrivato dai renziani. Questione di lana caprina persino lo scarso coinvolgimento del Parlamento. In casa Iv non se ne sono accorti. Casomai, stavolta, Draghi è stato ‘più realista del re’. Tant’è che oggi stesso nel corso delle repliche alla Camera si è detto dispiaciuto “per i tempi ristretti della discussione".

Sarà che Renzi in questo esecutivo di quasi tutti ha perso la golden share e non è più ago della bilancia, sarà che è un po’ complicato avanzare critiche a un governo che Iv ‘fortissimamente’ volle, sta di fatto che il partito è completamente in modalità zen. Persino sulle aperture delle scuole, Italia viva si è abbastanza inabissata.

Ma a dare la misura del partito in difficoltà è soprattutto la discussione sul coprifuoco alle 22. I renziani sono stati i primi a chiederne l’abolizione, eppure alla fine di barricate non se ne sono viste. Quel “adesso bisogna sostenere il governo”, pronunciato da Davide Faraone la dice lunga sul difficile equilibrismo cui è costretta oggi Italia viva. D’altronde, lo stesso Renzi su questo fronte è molto in difficoltà. E così di slancio scrive che “nei prossimi giorni il coprifuoco andrà tolto o l’orario prolungato”, ma subito dopo torna in versione ‘non disturbare il manovratore’ e dispensa un “modesto suggerimento”: “Evitiamo la guerra degli orari, recuperiamo il buon senso e continuiamo sulla strada delle vaccinazioni e delle riaperture”. Parole testuali, riportate sempre nella enews settimanale dal leader che si riscopre ecumenico.

 

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