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Politica
Draghi: «Rischi per economia restano al ribasso, Bce è pronta ad intervenire»

La crescita dell'Eurozona tornera' "gradualmente" a un ritmo vicino al suo potenziale, ma i rischi "restano orientati al ribasso". Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, in una conferenza a Francoforte. "L'anno scorso - ha affermato - ha visto una perdita di dinamica della crescita nell'area dell'euro, che si e' estesa fino al 2019. Cio' e' stato principalmente determinato dalla pervasiva incertezza nell'economia globale che si e' riversata sull'andamento della domanda esterna. Fino ad ora, la domanda interna e' rimasta relativamente resiliente e restano validi i driver dell'attuale fase di espansione. Tuttavia, i rischi per le prospettive rimangono orientati al ribasso"

"Non ci mancano gli strumenti per portare avanti il nostro mandato" aggiunge. "La nostra attuale capacita' di reazione - dice Draghi nelle conclusioni del suo intervento - e' ben congegnata per rispondere a ulteriori ritardi nella convergenza dell'inflazione. In una simile situazione, proprio come abbiamo fatto durante la riunione di marzo, ci siamo assicurati che la politica monetaria continui ad accompagnare l'economia, adeguando le nostre linee guida per riflettere le nuove prospettive sull'inflazione".
"Tuttavia - aggiunge - l'impegno verso il nostro obiettivo implica anche attenzione ai rischi futuri e reattivita' nel rispondere ad essi qualora le prospettive a medio termine continuassero a deteriorarsi in modo significativo. Anche in questo caso, la Bce adottera' tutte le azioni di politica monetaria necessarie e proporzionate per raggiungere il suo obiettivo. Non siamo a corto di strumenti per realizzare il nostro mandato"

La politica monetaria della Bce "restera' accomodante" e rispondera' "a eventuali cambiamenti nelle prospettive di inflazione". "In un contesto di prospettive di crescita piu' deboli" le misure di politica monetaria prese nell'ultima riunione del Consiglio direttivo, spiega Draghi, "contribuiscono a mantenere un atteggiamento di politica monetaria accomodante che siamo riusciti a preservare l'anno scorso, quando abbiamo ruotato il centro dei nostri strumenti dagli acquisti di attivita' nette alla forward guidance. La nostra politica continua quindi ad accompagnare l'economia nel suo percorso verso il nostro obiettivo di inflazione".

La domanda interna della zona euro tiene, nonostante il calo di quella esterna, ma sul suo andamento futuro potrebbero pesare alcuni fattori di incertezza, soprattutto in Italia e in Francia.
Secondo Draghi la perdita di slancio dell'economia dell'Eurozona potrebbe "diventare piu' amplia e persistente", "se due rischi dovessero materializzarsi": innanzitutto, "se la domanda esterna dovesse rimanere debole", in secondo luogo, "se questo dovesse ricadere sulla domanda interna". Ma "la questione chiave", ha osservato intervenendo a una conferenza a Francoforte, "e' se la domanda interna reggera'".  
Secondo il presidente della Bce, "al momento, i dati suggeriscono che la domanda estera non ha ancora significativamente contagiato quella interna, ma i rischi sono saliti e l'incertezza resta elevata". Inoltre, Draghi ha osservato che, "mentre il consumo e' generalmente meno influenzato dagli sviluppi esterni, il suo tasso di crescita ha rallentato nell'ultimo anno. Un'incertezza piu' elevata potrebbe aver giocato un ruolo, come si evince dall'aumento del tasso di risparmio nel corso del 2018. Ma i driver principali sono elementi esterni non collegati all'economia globale, associati a fattori specifici in Paesi come la Francia e l'Italia"

"Il fattore piu' importante per le prospettive di crescita dei consumi - spiega Draghi - e' il mercato del lavoro, poiche' l'aumento dell'occupazione e' stato il principale fattore di consumo durante l'attuale espansione. Finora il mercato del lavoro e' stato resiliente al rallentamento della crescita".
Tuttavia "mentre la crescita dell'occupazione si e' moderata nella seconda meta' dello scorso anno, nel 2018 e' stata significativamente piu' alta di quanto ci si aspetterebbe in base alla relazione statica a lungo termine tra occupazione e crescita del Pil. Di conseguenza, il reddito disponibile reale e' rimasto resiliente e la valutazione della propria situazione finanziaria da parte delle famiglie, che e' un buon indicatore del consumo, resta positiva". Osserva ancora Draghi: "La resilienza del rapporto occupazione-consumo aiuta a spiegare perche', anche se le prospettive di produzione sono peggiorate, i servizi sono rimasti relativamente robusti. I servizi sono il settore a maggiore intensita' di lavoro sono strettamente associati alla spesa dei consumatori. Vi sono tuttavia ritardi tra le variazioni del Pil e dell'occupazione - sostiene Draghi - e le indagini sull'occupazione, pur restando in territorio espansivo, hanno rallentato dalla meta' dell'anno scorso. Quindi, se il rallentamento della crescita dovesse trasformarsi in un fenomeno piu' persistente, l'occupazione e il consumo rischiano di esserne influenzati"

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