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Politica
Duello Salvini-Di Maio sulla flat tax. Siri: "Noi vediamo oltre"
LaPresse

La Flat Tax è nel contratto di Governo firmato dagli alleati, su questo non ci piove e basterebbe codesta affermazione per sedare ogni lampo di polemica all’orizzonte. E non è nemmeno un impegno vago, c’è proprio il desiderata concreto di realizzarne una con due aliquote al 15% ed al 20%. Come per altri provvedimenti di bandiera, quali quota 100 e reddito di cittadinanza, non s’era lasciato nulla al caso.

Allora perché s’inasprisce la polemica? Chi ha torto nella querelle tra Salvini e Di Maio? S’è vero che verba volant scripta manent, c’è da dire che avvicinandoci sempre di più alle Elezioni Europee, i grillini temono che con l’inserimento nel Def della misura, si regali l’ennesima vetrina alla Lega, rubando il palcoscenico ed erodendo ancora più voti al Movimento.

Non ci fanno una bella figura, sia perché scimmiottano il Contratto, sia perché fanno torto agli italiani che si aspettano uno shock fiscale consistente, e sia per l’infantilità dell’atteggiamento. È puerile, da invidiosi, piuttosto che lucrare su uno stand-by di una riforma leghista, dovrebbero incentrarsi nel portare a casa qualcosa che solletichi i loro elettori.

Ed è il Senatore e Sottosegretario ai Trasporti, nonché padre della tassa unica Armando Siri a serrare i ranghi - non è passato inosservato infatti il primo raduno nazionale dei Comitati Flat Tax tenutosi a Firenze Sabato 06 Aprile, dove oltre 200 circoli locali e capillari sul territorio hanno chiesto conto degli aggiornamenti nell’Esecutivo - “Quanto costa? Non costa di più di quanto abbiamo speso per fare Quota 100 e Reddito di Cittadinanza. Costa un po’ meno, ma vi assicuro che gli effetti sono molto più alti. Quello che facciamo in Italia è osservato a livello globale.”

Prosegue Siri: “Soffriamo di una congenita invalidazione di noi stessi. I fondamentali dell’Italia sono tra i più solidi al mondo. Questo Paese tra risparmio liquido ed immobiliare dispone di 10mila miliardi di euro di ricchezza, 5 volte il Debito Pubblico. Siamo l’Italia, un grande Paese industrializzato.”

E si passa all’analisi di quello scandaloso non affare che è il Patrimonio Pubblico, oltre 400 miliardi di Immobili lasciati a marcire, senza una valorizzazione, senza una destinazione d’uso, senza la possibilità di renderli fruttuosi, e magari trarne profitti per coprire diverse spese di Bilancio: “E se noi siamo il Governo del cambiamento, dobbiamo avere il coraggio di cambiare questo Paese!”

Concludendo con un tocco di filosofia che non guasta mai: “Noi dobbiamo lavorare sui desideri. Se non desideriamo, non si realizza niente. Come fai a volere un Mondo migliore se non desideri niente? Sapete come si realizza un desiderio? Avviene quando sei capace di vederlo già realizzato. Devi immaginarlo, l’immaginazione è la magia. Se le parole sono fecondate dall’immaginazione, la realtà si realizza. Entro in un segmento poco politicizzato, sapete qual è l’espressione che si usa nella magia? Abracadabra! Ovvero significa ‘Sia ciò che ho detto’. Se saremo capaci di accendere tutti i cuori, non ci sarà status quo che regga.”

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