Nuova frattura per l'asse Pd-M5S. I Democratici - secondo quanto Affaritaliani.it è in grado di rivelare -, almeno per il momento, non intendono seguire i pentastellati sulla mozione di sfiducia al sottosegretario all'Economia della Lega Claudio Durigon, presentata mercoledì scorso a Montecitorio. Dal partito di Enrico Letta sottolineano prima di tutto il principio del garantismo, "sempre valido anche di fronte ad avversari politici", e in secondo luogo pesa la motivazione politica. In questa fase di scontri quasi quotidiani tra Letta e Matteo Salvini, in particolare sul coprifuoco e le riaperture con il nuovo fronte aperto dal segretario leghista con l'annuncio dei referendum su magistrati e Csm, il Pd non intende alimentare polemiche all'interno della maggioranza. Il premier Mario Draghi ha raccomandato più volte, anche a Letta e ai ministri Dem, Dario Franceschini in testa, di non gettare benzina sul fuoco. "Di fronte a quella che potrebbe essere pura millanteria - spiega una fonte qualificata del Nazareno - non sarebbe utile al governo e al Paese provocare in questa fase una nuova spaccatura nella maggioranza".
In sostanza il Pd continua a chiedere chiarimenti a Durigon ma difficilmente potrebbe sostenere in Parlamento una mozione per rimuoverlo dall'incarico di sottosegretario al Mef. D'altronde anche nei 5 Stelle si notano differenze. Luigi Di Maio difende la mozione di sfiducia a Durigon ma senza farne il primo punto all'ordine del giorno dell'azione politica: "Oggi in Parlamento è stata presentata una mozione di censura verso il sottosegretario Durigon da parte del gruppo parlamentare del Moviemento 5 Stelle per spingerlo alle dimissioni". Molto più netto l'ormai ex grillino Alessandro Di Battista: "Il Movimento 5 Stelle ha presentato una mozione di censura (tecnicamente una mozione per chiedere le dimissioni) nei confronti di Claudio Durigon, potente sottosegretario leghista al Ministero dell'economia e delle finanze (MEF). Giusto così. Giorni fa ho chiesto, in quanto elettore del Movimento seppur non più iscritto, una presa di posizione dura. Sono convinto che insistendo Durigon sarà costretto a dimettersi". Insomma, una battaglia, quella contro Durigon - difeso dal ministro Giancarlo Giorgetti d'intesa con Matteo Salvini ("non perdiamo tempo con mozioni inutili" - che almeno per il momento non è destinata a decollare.
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