Effetto Bignasca a Lugano. Le Lega vince tutto

Elezioni comunali a Lugano: l'effetto emotivo a favore di Giuliano Bignasca, l'esuberante presidente della Lega dei Ticinesi scomparso improvvisamente il 7 marzo scorso ma il cui nome è stato mantenuto sulle schede elettorali suscitando dubbi di legittimità e non poche polemiche, ha raggiunto il 35,52% dei voti, superando il Partito Liberale Radicale che si attesta al 33,23% che prosegue nella sua serie di sconfitte dopo quella incassata nelle ultime elezioni cantonali.
Sono nettamente staccati gli altri partiti, con il Partito Socialista al 14,07% e il Partito Popolare Democratico al 13,3%. La Lega ottiene così la maggioranza relativa con tre municipali (in Italia si direbbe assessori di cui uno sarà sindaco), il PLR ne ha solo due, e uno a testa per socialisti e popolari democratici.
Gli eletti della Lega sono Marco Borradori (14.212), Lorenzo Quadri (11.360), il defunto presidente a vita della Lega Giuliano Bignasca (9.001 voti) che evidentemente continua la sua brillante carriera politica anche post mortem- il cui posto sarà preso dal subentrante Michele Foletti (8.875). Staccato da Borradori di 1.487 voti è il PLR Giorgio Giudici con 12.725 voti. Oggi Giudici che è stato ininterrottamente sindaco di Lugano dal 1984 tanto da essere definito 'Re Giorgio' scioglierà le sue riserve 'dopo essersi consultato con la moglie' se andare o meno al ballottaggio. La sua politica di espansione territoriale con l'aggregazione progressiva di molti comuni minori limitrofi e il boom dell'edilizia di lusso -che ha suscitato non poche polemiche- non è stata evidentemente sufficiente di fronte alla grave crisi bancaria in cui la terza piazza finanziarie elvetica sta annaspando con serie conseguenze sull'occupazione, aggravata dall'iniezione massiccia di lavoratori frontalieri. Tema che ha favorito gli slogan leghisti improntati da sempre alla xenofobia e ad un populismo esasperato dai toni piuttosto beceri. Va anche notato come se le banche fanno acqua e non hanno saputo reagire alla fine del segreto bancario e al rientro dei capitali nei Paesi d'origine, ora è l'ingresso di decine e decine di aziende straniere, soprattutto italiane, in fuga da crisi ed Euro a costituire un nuovo fenomeno economico, pur nella totale indifferenza e diffidenza degli enti interessati.