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Politica
Elezioni 2018, CasaPound chiama i cittadini e la raccolta firme è un trionfo
Mauro Antonini, responsabile e candidato Presidente della Regione Lazio per CasaPound

Le Elezioni 2018 che rinnoveranno il Parlamento e la Regione Lazio si avvicinano inesorabilmente, e anche CasaPound è impegnata nella raccolta delle firme per la presentazione delle liste dei candidati. Nelle giornate di sabato 13 e domenica 14 gennaio, CPI ha chiamato a raccolta i simpatizzanti in tutta Italia,  soprattutto nella sede romana di Via Napoleone III. Ma neanche il più ottimista dei militanti della Tartaruga Frecciata poteva attendersi un tale riscontro e una tale risposta da parte dei cittadini.

File e file di elettori si sono infatti formate di fronte alla sede storica (e nei banchetti di CPI dislocati in tutta Italia) per lasciare la firma e permettere così a CasaPound di presentarsi alle elezioni. Una folla eterogenea e variegata, per estrazione sociale, età e provenienza politica, dall'operaio in cassa integrazione al notaio, dall'over 60 al millennial diciannovenne al suo primo voto, dal nostalgico ex missino al deluso di Sinistra.

Dando per scontato che chi ha affrontato lunghe file nel fine settimana in trepida attesa di apporre una firma voti poi per la Tartaruga Frecciata alle urne, la raccolta ha permesso di tracciare un primo quadro dell'elettore tipo di CPI.

Chi pensava che l'elettorato di CasaPound fosse perlopiù giovane e giovanissimo, rispecchiando l'età media dei militanti, si è dovuto ricredere quando, di fronte ai certificatori, si sono presentate vecchiette giunte dall'altro capo della città, accompagnate dai figli o addirittura da sole. Famiglie intere hanno lasciato la propria firma sotto i controlli militarmente scrupolosi degli addetti alla raccolta firme ( "Vogliamo che tutto sia in regola e giuridicamente corretto com'è giusto che sia" ci ha confidato una certificatrice), e chi si aspettava il classico "fascistone" rasato in testa e tatuatissimo o il vecchio nostalgico mussoliniano in fez ha dovuto capitolare di fronte a mammine, signore bene con il cagnolino in braccio e addirittura ex militanti di Sinistra.

"Ho sempre votato i compagni" ci dice infatti un signore sulla cinquantina che ha trascinato di peso la moglie a depositare la firma. "Ma hanno finito di deludermi, sono stufo di votarli per farli poi sedere nei salotti. Voto CasaPound perché, al Municipio V dove abito, si danno da fare sul territorio, sono presenti sempre, e se chiedi aiuto ci sono. Fanno quello che faceva la Sinistra una volta." 

"Ma sono fascisti" gli ricordiamo, "dichiaratamente fascisti". "A me sembra che i "fascisti" siano quelli che affamano il paese e che ci lasciano allo sbando totale" ci risponde piccato. "Io votavo rifondazione comunista, e prima ancora votavo PCI. Evidentemente, le mie idee adesso le ritrovo in CasaPound, e sono qui perché voglio che entrino in Parlamento a far tremare la poltrona sotto il c..o a quei mangiapane a tradimento dei deputati e senatori".

Le due giornate scorrono con stuoli di elettori che depositano diligentemente la propria firma, e alle otto di sera della domenica, a CasaPound l'entusiasmo si tocca con mano. Anche i vertici sono favorevolmente colpiti dal risultato e, a loro volta, sorpresi dell'eterogeneità del potenziale elettorato. Un elettorato trasversale, un bacino di voti potenzialmente sconfinato e difficile da catturare con le rilevazioni dei sondaggi. CasaPound appare a tutti gli effetti "sdoganata" anche a Sinistra, e se il buongiorno si vede dal mattino, salvo sorprese, dovrebbe proseguire sulla strada intrapresa a Lucca e a Ostia, approdando - evento epocale - anche in Parlamento e alla Regione Lazio.

"Non lo sente nell'aria?" ci chiede una signora bon chic bon genre venuta fin dai Parioli che ha appena depositato la firma accanto a un precario di Casal Bertone, periferia Est della Capitale. "Non lo sente nell'aria?" ci ripete. "La gente è stanca delle parole e vuole i fatti. Glielo dice una vecchia liberale e si segni le mie parole, questo è il momento di CasaPound". 

 

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