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Politica
Elezioni 2018, Energie per l'Italia: Parisi con Berlusconi
Stefano Parisi

Energie per l'Italia é il nome che si é dato il movimento di Stefano Parisi ex ad di Fastweb e giá dg di Confindustria, sfidante con buoni risultati di Pisapia nel ruolo di Sindaco di Milano.
EPI - questo l'acronimo-vuole costituire un'area liberale da portare in dote ad una coalizione, il centro-destra, che vede al suo interno varie sensibilitá politiche da Berlusconi, alla Meloni, a Salvini, a Fitto e Quagliarello.
L'area liberale controbilancia quella piú movimentista rappresentata dalla Lega proiettata in visione nazionale e da Fratelli d'Italia.
Il centro - destra si é trovato ad avere una grande opportunitá che fino a pochi mesi fa non immaginava neppure a causa delle divisioni interne che hanno determinato la sconfitta della Meloni contro la Raggi alle elezioni comunali romane. Da quella sconfitta é comunque maturata l'idea che la divisione non paga e le successive vittorie, soprattutto la recente in Sicilia, lo hanno dimostrato in maniera limpida e convincente. I sondaggi danno il centro - sinistra per ora fuori dai giochi e si prospetta una replica a livello nazionale della sfida romana tra centro - destra e M5S. Se il cdx riuscirá ad avere il 40% governerá da solo altrimenti, per come é fatto il rosatellum, sará necessario fare alleanze per tentare di costruire una maggioranza parlamentare e in entrambe le possibilitá é fondamentale avere il piú ampio apporto possibile in termini di consenso elettorale.

EPI é dunque portatore di una ideologia liberal e favorevole al libero mercato, alla competenza e al merito ed in questa ottica é rilevante anche l'apporto del movimento La Marianna, fondato dall' ex segretario radicale Giovanni Negri che da qualche tempo é tornato alla politica attiva pur proseguendo la sua attivitá vinicola e di scrittore.
Proprio la componente "radicale" di EPI restituisce il valore qualitativo dell'area liberale, liberista e libertaria del movimento che in questo completa e perfeziona l'ideologia liberale di fondo di Forza Italia, accentuandone peró la componente piú marcatamente liberista.

Alla presentazione del programma nel dicembre scorso-presente anche il radicale Marco Taradash- sono emersi come punti qualificanti concreti la lotta alle tasse messe tra l'altro da Mario Monti e la separazione delle carriere per i magistrati, cavallo di battaglia tradizionale sempre dei radicali.
La concorrenza, anche all' interno della coalizione, é comunque forte ed é rappresentata dal "Quarto Polo" di Raffaele Fitto e Gaetano Quagliarello ("Idea") anche egli ex radicale e dunque occorrerá che EPI apporti un valore aggiunto, un contributo qualitativo in termini di programma e sopratutto di candidature che possano contribuire sensibilmente alla vittoria. In questa prospettiva Berlusconi, come del resto anche tutti gli altri leader, non puó permettersi errori e deve riunire intorno nel centro - destra il massimo consenso possibile compatibile con una minima omogenitá programmatica che permetta appunto di miscelare al meglio le due tradizionali componenti quella populista e quella liberale. Nel 1994 l'intuizione di Berlusconi, Bossi e Fini di accordi separati al nord e al centro - sud ebbe successo sconfiggendo l' " allegra macchina da guerra" di Achille Occhetto. Ora con la Lega "nazionale" il discorso é piú facile, ma non vanno sottovalutati evidenti idee diverse in ambito di Europa, euro e federalismo che potrebbero disorientare piú di qualche elettore e per questo é fondamentale il cemento programmatico capace di amalgamare e smussare le asperitá.

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