Elezioni 4 marzo sondaggi Pd crollo. Così Renzi blinda le liste Pd
Elezioni 4 marzo, per i non renziani del Pd solo le briciole. E c'è un piano anti Gentiloni e Minniti...
Matteo Renzi sta lavorando alla definizione delle liste del Partito Democratico per le elezioni politiche del 4 marzo. Il segretario del Pd, secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, non ha alcuna intenzione di lasciar spazio alle minoranze interne. I pochissimi collegi cosiddetti sicuri, sempre meno visti i sondaggi, saranno tutti occupati da fedelissimi piazzati nelle zone di Toscana, Emilia Romagna, Umbria e Marche dove la coalizione bonsai che Piero Fassino sta mettendo in piedi è più forte (almeno sulla carta). E comunque - dalla Boschi a Lotti, passando per Marcucci e allo stesso Renzi - tutti avranno un 'paracadute' nel proporzionale e quindi verranno sicuramente eletti. Alle varie componenti dem che non fanno parte del 'giglio magico' - quindi l'area di Franceschini, quella di Martina e le minoranze di Orlando ed Emiliano - ma anche agli alleati, Bonino compresa, verranno lasciati i collegi uninominali più pericolosi o comunque dove la sfida con gli altri partiti, Centrodestra in testa, è più ardua (Nord in testa ma anche Sicilia e Puglia). Non solo.
Pare che per una percentuali minima dei non renziani, sia parlamentari uscenti sia new entry, sia previsto il recupero nel proporzionale dove le liste sono bloccate e non c'è il 'pericolo' delle preferenze. Il segretario punta ad avere una pattuglia di deputati e senatori, qualunque sia il numero finale, fedelissimi anche perché dopo la chiusura delle urne, qualora nessun partito o coalizione avesse la maggioranza assoluta per governare, servirà una squadra pronta ad obbedire alle direttive del capo. Resta il nodo, pesante, di due figure di spicco dell'esecutivo, il premier Gentiloni e il ministro dell'Interno Minniti. Renzi teme fortemente la concorrenza interna di chi nei sondaggi ha un gradimento superiore al suo e quindi starebbe ipotizzando per il presidente del Consiglio e per il titolare del Viminale una candidatura nei collegi nel Lazio e in Calabria, quindi altamente a rischio sconfitta. Anche se poi Gentiloni e Minniti venissero recuperati nel proporzionale, il clamore del flop eliminerebbe due concorrenti interni, soprattutto per i possibili scenari post-elezioni. Il timore del segretario è che una probabile sconfitta nelle urne faccia aprire il capitolo di un cambio di leadership e quindi 'azzoppare' politicamente subito i due principali competitor è una mossa che al Nazareno stanno valutando seriamente.