Elezioni, il Cav pensa a Marina. Ma solo per mantenere il nome
Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani
In molti dicono che sia la persona giusta: giovane, sveglia, imprenditrice di successo, ma soprattutto una Berlusconi. Marina potrebbe prendere le redini del partito ora che la sentenza della Cassazione ha messo il padre fuori gioco. Giuliano Ferrara già la incorona: "La donna minuta e tosta. Il rinnovamento anagrafico come salto di generazione. Il simbolo della continuità". E ancora: "Una personalità che suona squillante la tromba dell'amore paterno e della devozione filiale, la donna delle interviste migliori nei momenti peggiori: in alto i calici per Marina, la Cav".
Nel Pdl però in molti non la vogliono vedere sul trono, a cominciare da Renato Brunetta che in più di un'occasione ha bocciato la discesa in campo della figlia del leader. "Non mi piacciono le dinastie", ha affermato il capogruppo del Pdl. Anche Giorgia Meloni, seppure non del partito, ha bocciato la candidatura suscitando l'ira di Alberto Zangrillo, il medico fidato del Cavaliere. Insomma, l'argomento infiamma gli animi nel Popolo della Libertà con le 'amazzoni' che vorrebbero vedere la presidente della Mondadori in prima linea e già stanno facendo lobbing nel partito per aumentare i consensi.
Secondo quanto può riferire Affaritaliani.it però Berlusconi non vorrebbe vedere la figlia in politica, almeno per risparmiarle l'attenzione giudiziaria che lui dice di aver sollevato al momento della sua discesa in campo. Da buon padre vorrebbe proteggere la figlia, ma con la sentenza sui diritti tv la Cassazione ha reso impossibile la sua candidatura per i prossimi sei anni. Questo vuol dire che il nome della famiglia non potrà comparire nel simbolo. Un brutto colpo per i sondaggi. Allora ecco l'idea: candidare la figlia, ma solo per poter continuare a scrivere 'Berlusconi' sul simbolo elettorale.