Regionali, Renzi si gioca tutto: o zittisce Bersani o va a casa
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
Manca solo l'ufficializzazione, ma la notizia è praticamente certa. Le elezioni regionali e comunali non saranno domenica 10 maggio ma domenica 31 maggio. Lo spostamento di tre settimane viene confermato da Affaritaliani.it sia da fonti del Pd sia da parlamentari di Forza Italia. Alla fine il 31 maggio va bene anche alle opposizioni, ancora alle prese con alleanze e candidature. Le Regioni chiamate al voto sono sette: Veneto, Liguria, Toscana, Umbria, Marche, Campania e Puglia. Matteo Renzi non dirà mai qual è il suo obiettivo, per ovvi motivi, ma punta a vincere ovunque per rafforzare la sua leadership soprattutto all'interno del Partito Democratico. Il cappotto alle Regionali metterebbe in un angolo la minoranza dem, guidata da Pierluigi Bersani, e blinderebbe le riforme, sia istituzionali sia l'Italiacum.
Un trionfo del premier toglierebbe argomenti alla sinistra del Pd che sarebbe costretta a spegnere il fuoco delle polemiche contro il segretario. Per Renzi sarebbe accettabile anche vincere in sei Regioni tranne il Veneto. E' evidente che lo strappo di Flavio Tosi fa aumentare le speranze di Alessandra Moretti, ma Luca Zaia, Governatore uscente, parte comunque favorito e una vittoria della Lega non sarebbe il terremoto. E' chiaro però che se il Centrodestra dovesse vincere anche in Campania, dove Stefano Caldoro sfida Vincenzo De Luca, le cose per Renzi comincerebbero a mettersi male. E la minoranza di Bersani alzerebbe la voce. Che il Pd vinca in Toscana, Umbria e Marche e praticamente scontato (un successo della Lega o del Centrodestra sarebbe infatti clamoroso) ma se il premier dovesse perdere la Liguria o la Puglia, o addirittura entrambe le Regioni finora governate dal Centrosinistra, le conseguenze per il leader dem e anche per il governo potrebbero essere imprevedibili.
A quel punto si aprirebbe un processo a Renzi nel Pd, la sinistra acquisirebbe maggiore forza e anche nell'Ncd di Alfano ci si interrogherebbe sul senso dell'appoggio all'esecutivo. Insomma, se il Centrodestra di Forza Italia, Carroccio e Fdi riuscisse a vincere, oltre che in Veneto e in Campania, anche in Liguria e/o in Puglia (per non parlare delle altre Regioni rosse del Centro) potrebbe davvero esserci una crisi di governo un ritorno alle urne per le elezioni politiche già in autunno, magari a settembre o al massimo in ottobre. Renzi si gioca tutto. O stravince e zittisce Bersani, o va così così e non cambia molto oppure rischia di andare a casa. Appuntamento a domenica 31 maggio.